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Le province insistono: basta burocrazia, servono risorse!

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Stavolta le province non si sono limitate alla denuncia. Dopo aver lanciato l’allarme sull’avvio del prossimo anno scolastico, attraverso il presidente Upi, Antonio Saitta, che ha parlato di tagli derivanti dal patto di stabilità che ad oggi hanno limitato gli interventi di circa il 60% rispetto a quelli previsti, era arrivata la replica del capo dipartimento Miur, Lucrezia Stellacci: l’alta dirigente ministeriale aveva ammesso la presenza di alcune difficoltà, ma anche avuto da ridire sulla dura presa di posizione dell’Upi, definita un’esagerazione.
La controreplica di Saitta non ha tardato ad arrivare. “Per affrontare con determinazione l’emergenza scuola – ha detto il presidente Upi – non servono risposte burocratiche: serve un impegno politico serio e la determinazione di tutti a volere risolvere l’allarme che è reale. Le Province ricevono ogni giorno segnalazioni dai presidi, dagli studenti, dal personale delle scuole, che chiedono giustamente – ha aggiunto Saitta – di poter lavorare in un ambiente sano, sicuro e accogliente. Rispondere a questa emergenza con la burocrazia equivale a decidere di non volere affrontare il problema. Noi non siamo più disposti a rispondere ai nostri cittadini facendoci scudo dietro la burocrazia: la scuola merita l’impegno di tutti. Ci auguriamo – conclude – che anche il Governo sia della stessa opinione”.
Qualche minuto prima che arrivasse la risposta della Stellacci, il presidente delle province italiane aveva anche fornito una serie di cifre a sostegno della sua teoria allarmistica: “il Governo attraverso il presidente del Consiglio – ha spiegato sempre Saitta – rilancia l’utilità dello sport ma non fa nulla per evitare la chiusura di 1.000 palestre, che nel frattempo hanno dovuto azzerare la propria attività per poter operare i risparmi necessari per evitare il taglio di risorse sulle spese degli istituti scolastici”.
Attualmente le Province gestiscono oltre 4.000 palestre, affidate in genere in orari extrascolastici ad associazioni sportive per favorire la diffusione della pratica sportiva a tutta la comunità a costi contenuti.
“Ha fatto bene il premier Letta quando nel suo discorso per la fiducia alla Camera ha ricordato che ‘la pratica dello sport significa prevenzione delle malattie, lotta contro l’obesità, formazione a stili di vita sani, lealtà e rispetto delle regole e quindi dobbiamo impegnarci per diffondere la pratica sportiva sin dalle scuole elementari con un piano di edilizia scolastica su tutto il territorio nazionale. Ma poi – ha esortato Saitta – bisogna agire di conseguenza”.
La chiusura delle palestre è dovuta principalmente, ha ricordato il leader delle Province, ai tagli imposti dalla spending review, che interviene principalmente sul pagamento delle utenze e delle spese di funzionamento.
L’Upi ha quindi fornito delle cifre sulle risorse fornite alla scuola negli ultimi cinque anni. Secondo questo dossier, dal 2008 al 2012 le Province hanno destinato alle scuole 10,4 miliardi di euro, di cui 8 per il loro funzionamento e 2,4 miliardi per investimenti in nuovi edifici, messa in sicurezza e interventi strutturali. Per Saitta, nello stesso periodo “il governo ha destinato agli interventi e alla messa in sicurezza delle scuole zero euro”. Nello stesso periodo le manovre economiche hanno tagliato i bilanci delle Province di 1 miliardo e 779 milioni, riducendo la spesa per il funzionamento delle scuole gestite dagli Enti di oltre 434,5 milioni di euro, vale a dire del 24%. Inoltre, sempre dal 2008 al 2012, le Province hanno dovuto fare i conti con un patto di stabilità pari a 2 miliardi e 700 milioni, vincoli che hanno ridotto la spesa per investimenti del 52%, a 366,7 milioni. “Ma nonostante i tagli e i vincoli del patto di stabilità nel 2012 le Province hanno continuato a destinare il 18% dei propri bilanci alle funzioni per scuole”.

In serata, la posizione delle province è stata sostenuta da Cittadinanzattiva. “Condividiamo l’allarme lanciato dal presidente dell’Upi Antonio Saitta. I dati forniti sulla sicurezza degli edifici e sulla situazione delle palestre sono verosimili: si parla di rischio riapertura di 400 scuole su 5.179 e da anni sosteniamo, a seguito dei monitoraggio della campagna ‘Impararesicuri’, che una scuola su dieci è in condizioni pessime”, ha detto Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale della scuola di Cittadinanzattiva.
“La risposta del capo dipartimento del Miur, Lucrezia Stellacci, ci pare dettata – ha aggiunto Bizzarri – da una scarsa consapevolezza della gravità della situazione e dalla mancanza di una programmazione puntuale degli interventi da attuare per la sicurezza delle nostre scuole. Una logica da ‘mettere le toppe’ non più accettabile. Al Ministero chiediamo di prendere in considerazione le proposte che da qualche settimana abbiamo lanciato con ‘La scuola che vorrei’, già sottoscritte da numerose scuole. L’allentamento del patto di stabilità per gli interventi di edilizia scolastica più urgenti – conclude l’esponente di Cittadinanzattiva – e la previsione, come proposto dall’Upi, di un piano straordinario triennale di almeno 1 miliardo di euro l’anno: sarebbero queste le prime risposte immediate che vorremmo avere dal Ministro”.