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Lettera aperta ai senatori

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Gentili senatori,

Il valore abilitante conseguito a seguito di un esame di stato, avente la finalità di abilitare all’insegnamento nella scuola primaria, del Diploma di Maturità Magistrale, relativamente ai titoli conseguiti entro i corsi avviati nell’a.s. 1997-98 e conclusi entro il 2001-02, non solo non è mai stato revocato (e non lo può essere, dal momento che nessuna norma può avere effetto retroattivo), ma è stato anzi definito quale abilitante in modo permanente da una Legge dello Stato, da note, comunicati e circolari ministeriali oltre che ribadito chiaramente dal Consiglio di Stato con parere del 5 giugno 2013, Sezione II. Il decreto a cui si fa riferimento è il Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297 Art. 197: “A conclusione degli studi svolti nel ginnasio-liceo classico, nel liceo scientifico, nel liceo artistico, nell’istituto tecnico e nell’istituto magistrale si sostiene un esame di maturità, che è esame di Stato e si svolge in unica sessione annuale. Il titolo conseguito nell’esame di maturità a conclusione dei corsi di studio dell’istituto tecnico e dell’istituto magistrale abilita, rispettivamente, all’esercizio della professione ed all’insegnamento nella scuola elementare […]”.

Ricordiamo la nota del 3 marzo 1997 Prot. 12588/BL nella quale il Ministro Berlinguer sottoscrisse che “I diplomi magistrali conseguiti fino a data predeterminata conservano per sempre valore abilitante e consentono comunque di accedere all’insegnamento”; ed inoltre il DPR 23/7/98 n. 323 art 15 comma 7stabilisce che: “I titoli conseguiti nell’esame di Stato a conclusione dei corsi di studio dell’istituto magistrale iniziati entro l’anno scolastico 1997/98 conservano in via permanente l’attuale valore legale e abilitante all’insegnamento nella scuola elementare. Essi consentono di partecipare ai concorsi per titoli ed esami a posti di insegnante nella scuola materna e nella scuola elementare”. Ed il C.M. n. 31 del 18.3.2003: “Resta salvo altresì il valore abilitante del diploma conseguito entro l’A.S. 2001-2002 a conclusione dei corsi ordinari e sperimentali delle scuole magistrali per l’insegnamento nella scuola dell’infanzia e degli istituti magistrali per l’insegnamento nella scuola dell’infanzia e nella scuola elementare”. Dopo decenni in cui noi diplomati magistrali potevamo soltanto essere inseriti nellegraduatorie d’istituto per essere chiamati per supplenze brevi, finalmente il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 1973, depositata il 16 aprile 2015, ha riconosciuto, accogliendo l’appello di alcuni diplomati magistrali contro una sentenza negativa del TAR del Lazio, il diritto dei ricorrenti all’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento.

Una sentenza che non lascia dubbi soprattutto nella parte in cui il Consiglio di Stato afferma che ”non sembra, altresì, esservi dubbio alcuno che i diplomati magistrali con il titolo conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002, al momento della trasformazione delle graduatorie da permanenti ad esaurimento, fossero già in possesso del titolo abilitante. Il fatto che tale abilitazione sia stata riconosciuta soltanto nel 2014, a seguito della pronuncia del Consiglio di Stato, non può impedire che tale riconoscimento abbia effetti ai fini dell’inserimento nelle citate graduatorie riservate ai docenti abilitati in quanto tali.” La sentenza ha quindi chiarito che il diploma magistrale, pur essendo stato riconosciuto dal MIUR quale titolo abilitante solo nel 2014, era già in possesso dei ricorrenti al momento dell’entrata in vigore della legge 296 del 2006, ed ha quindi dichiarato illegittima l’esclusione dalle GAE. Dovrebbe essere evidente il nostro diritto di essere immessi nelle GAE ma il DDL Scuola con voto della Camera ha continuato a negarlo fermamente con l’emendamento 10.190 e 10.110 presentato dall’On. Chimenti e dall’On. Marzana sull’inserimento dei diplomati magistrale e dei docenti laureati in Scienze della Formazione Primaria in GaE

Abbiamo molti anni di servizio alle spalle e abbiamo mandato avanti la scuola italiana senza mai perdere la passione per questo lavoro. Chiediamo che il voto del Senato possa rivedere questi punti e porre fine alla negazione dei nostri diritti, che avviene ormai da anni.