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Lettera aperta alla Ministra Lucia Azzolina

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Gent.ma Sig.ra Ministra,

desidero con la presente sottoporLe alcune considerazioni circa la ripresa dell’attività didattica in presenza, prevista per il mese di gennaio, al rientro dalle vacanze.

La didattica a distanza, pur con tutti i suoi limiti, ha costituito in questi mesi uno strumento efficace per il prosieguo dell’attività, garantendo il diritto allo studio ai nostri studenti. Nel corso del tempo ciascuno di noi docenti ha potuto ottimizzare il rapporto con le classi in questa particolare modalità di relazione, pervenendo ad un equilibrio che in questo momento è un elemento assolutamente non trascurabile. Si è, in altri termini, raggiunto un assetto stabile.

Stabilità, certezze e pianificazione mi sembra costituiscano oggi quanto di più necessario,  benefico e prezioso per l’intera comunità scolastica.

Il succedersi degli eventi, la intrinseca imprevedibilità della situazione contingente, come dimostra il recente aggiornamento della soglia in presenza portata al 50% dal precedente 75%, dovrebbero  forse indirizzare verso obiettivi di medio e lungo periodo. Probabilmente bisognerebbe “scavalcare” le incertezze e proiettarsi verso mete comunque certamente realizzabili.

Ciò per una serie di motivi tra cui, innanzitutto, lo stato di stress continuo cui tutta la comunità scolastica è sottoposta a causa di queste variabili imprevedibili, proprio in un momento in cui serve l’esatto opposto.

Non si può progettare in funzione di indicatori aggiornati quotidianamente. Non si può in tempi normali ed a maggior ragione in un periodo assolutamente eccezionale come il presente, in cui la socializzazione a tutti i livelli, cardine del funzionamento della Scuola, si attua in modalità remota. Non credo sia possibile ignorare tutto questo.

Il funzionamento della comunità scolastica è progettazione, condivisione, pianificazione, certezze.

L’organizzazione degli orari, l’allocazione delle classi nelle aule, la costituzione dei gruppi/classe in funzione della (variabile) soglia in presenza con la necessità di tenere conto delle centinaia di particolari esigenze e richieste, la diversificazione degli orari di ingresso/uscita (si pensi anche ai docenti impegnati su più scuole), questi e tutti gli altri adempimenti necessari al funzionamento di Istituti la cui utenza quotidiana supera spesso di gran lunga il migliaio di persone non possono essere frutto di un lavoro in continuo aggiornamento e revisione.

Tutto ciò logora in una situazione in cui, ripeto, sarebbe opportuno avere certezze e serenità.

Come già dimostrato dai fatti, la ripresa dell’attività didattica in presenza non è una certezza, è un obiettivo continuamente sottoposto all’alea della situazione contingente.

Sul rientro a gennaio pesano dubbi ed incertezze legati ai trasporti, nodo nei fatti localmente ancora tutto da risolvere, pesa la sovrapposizione delle influenze stagionali, pesa il problema dell’assembramento degli utenti tutti innanzi le strutture scolastiche negli orari di ingresso/uscita, pur se scaglionati e pur se limitati al 50%.

La didattica a distanza finora ha funzionato, il Ministero ha investito ed investe per fornire agli alunni ed alle scuole i mezzi affinché nessuno sia escluso. Perché quindi non dare certezze, garantire la stabilità di un sistema faticosamente organizzato nel lungo o almeno medio periodo?

Si valuti attentamente il peso inesorabile che potrebbe costituire una nuova interruzione, un ritorno eventuale alla didattica a distanza che al momento nessuno è in grado di escludere.

Mi auguro che queste poche considerazioni possano essere ponderate o comunque costituire stimolo di riflessione.

Con osservanza,

Michele Lombardo