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Libri di testo, perché ancora su carta quando c’è il digitale? Gli editori speculano sulle famiglie, il caso alla Camera

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La stampa dei libri scolastici digitali anche in presenza delle versioni cartacee è una forzatura delle case editrici, che continuano a speculare sulle tasche delle famiglie. A sostenerlo è l’on. Federico Mollicone, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Cultura alla Camera.

Fratelli d’Italia: no alla speculazione editoriale a spese delle famiglie

Il parlamentare del partito di opposizione lo ha fatto intendere a seguito della risposta del sottosegretario all’Istruzione Lorenzo Fioramonti all’interrogazione di Fratelli d’Italia, sempre in commissione Cultura, sullo stato della digitalizzazione nella scuola: “la sua – ha dichiarato Mollicone – è una risposta non ci soddisfa”.

“È inaccettabile – ha continuato – il ritardo accumulato nelle nostre scuole nell’utilizzo dei libri digitali e la speculazione editoriale delle case editrici che aggirano la legge stampando sempre il testo cartaceo accanto al supporto digitale: in questo modo, fino al 91% i libri cartacei sono rimasti in adozione e solo l’1,3% sono libri digitali permettendo ai grandi editori di speculare ancora per centinaia di euro sulle tasche delle famiglie”.

“Basta carta e zaini pesanti”

Mollicone ha annunciato l’intenzione di presentare “una proposta di legge per prevedere l’obbligo dell’uso del tablet in tutte le scuole”.

In questo modo, ha detto, non avremo più “carta, niente più zaini pesanti e speculazioni editoriali con finte nuove edizioni. Da “Fare Fronte” ad oggi mi sono sempre battuto per la digitalizzazione dei libri e l’abolizione dei testi obbligatori, norma quest’ultima già prevista ma non applicata, e non sarà certo un governo deludente come questo a fermarmi”, ha concluso il parlamentare di Fratelli d’Italia.