Lingua italiana, bella ma bistrattata e penalizzata dai troppi termini stranieri a volte inutili: la stoccata del sottosegretario Frassinetti

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All’estero e in generale nel mondo il “nostro sistema di formazione gode di apprezzamento. Così come la nostra lingua, che invece in patria è un po’ bistrattata, con il bombardamento di termini stranieri a volte inutili“. A dirlo è stata, lunedì 14 aprile, Paola Frassinetti, sottosegretario all’Istruzione: intervenendo alla prima Conferenza delle scuole italiane all’estero, la rappresentante del Governo ha tenuto a dire che le scuole italiane all’estero, 7 statali e 47 paritarie, “sono molto attrattive non solo per gli italiani ma anche per le comunità locali”.

Dopo avere dichiarato che l’attuale “Governo guarda con molta attenzione al sistema della formazione italiana nel mondo”, Frassinetti ha aggiunto che “l’Italia ha nella cultura, con le sue radici, da offrire molto al resto del mondo”.

Il sottosegretario – che alcuni giorni fa parlando con “La Tecnica della Scuola” ha difeso la bozza delle Indicazioni nazionali del primo ciclo perchè “è meglio studiare classici, epica e geografia piuttosto che i denti dei dinosauri per un anno”, ha quindi rammentato che “i progetti di promozione della lingua italiana nelle scuole guardano ai giovani, che diventeranno i professionisti del futuro e saranno gli ambasciatori del saper fare italiano”, ha aggiunto il sottosegretario, che ha anche voluto ricordare che alcune riforme promosse dall’attuale Governo Meloni “ben si inseriscono in questa direzione”.

Ad esempio, “la riqualificazione degli istituti tecnici e professionali” e la creazione del “liceo del Made in Italy“: tutti luoghi di formazione che, ha specificato, possono accelerare la “transizione scuola-lavoro dando sbocchi in settori fondamentali” che fanno da traino alla nostra economia.