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Mancano pezzi al Piano Nazionale Scuola Digitale

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Se le azioni formative del Piano Nazionale Scuola Digitale vanno a gonfie vele, emergono tuttavia delle criticità in moltissime scuole: la connettività a banda larga diffusa ancora a macchia di leopardo; gli strumenti di fruizione collettiva (alias LIM o proiettori) disponibili soltanto in poche aule; i device individuali (per il lavoro 1:1 o almeno in piccoli gruppi) che se sono miraggi alla secondaria di secondo grado sembrano addirittura figure mitologiche nei gradi inferiori. Questo soltanto per rimanere sul piano dell’attrezzatura, dell’hardware. Passando invece alle risorse umane,  si legge su agendadigitale.eu,  i pezzi più importanti che ancora mancano, hanno a che fare con due profili importantissimi: il tecnico e l’esperto di tecnologie per la didattica, col compito di rappresentare per tutti gli insegnanti una figura di riferimento, sempre aggiornata e sempre disponibile, in grado di accompagnare neofiti e più esperti nell’esplorazione del mare magnum delle app, dei software, degli OER, dei learning objects che ogni giorno spuntano nel panorama del digitale per la didattica.

 

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La figura del nostro Animatore Digitale, che già non è nata come replica dell’ICT Coordinator di cui sopra, non potrà mai, nemmeno nei casi più ottimistici, ricoprire questa funzione, non fosse altro che per il fatto di essere comunque tenuto alla docenza. Una volta concluso il lungo e qualificante percorso formativo nel quale (per fortuna) sono attualmente immersi, anche ai più volenterosi Animatori mancheranno il tempo, le energie, il dono dell’ubiquità.

C’è davvero da sperare che l’imponente piano di formazione attivato anche dal PNSD produca a lungo termine il risultato di un innalzamento generalizzato delle competenze digitali e didattiche del personale scolastico. Resta il fatto che a oggi – con organici che constano di almeno 120/150 unità per istituzione autonoma – se tutto va bene si trovano all’inizio del proprio percorso di formazione e aggiornamento una quindicina di persone. All’appello del 21esimo secolo manca ancora circa il 90% del personale in servizio.