Maria Corina Machado, leader dell’opposizione al regime venezuelano di Maduro, è stata insignita del Premio Nobel per la Pace 2025 oggi, 10 ottobre. Il riconoscimento è dovuto innanzitutto al suo impegno a favore della democrazia in Venezuela, di fronte al crescente autoritarismo nel Paese. Lo riporta Il Corriere della Sera.
La signora Machado, ingegnera, ex deputata dell’Assemblea Nazionale e fondatrice del partito liberale Vente Venezuela, ha “speso anni della sua vita a lottare per la libertà del suo popolo”, secondo quanto dichiarato dal Comitato Nobel norvegese. La democrazia, intesa come il diritto di esprimere liberamente la propria opinione, di votare e di essere rappresentati nei governi elettivi, è considerata dal Comitato come il fondamento della pace sia all’interno che tra i Paesi. Questo premio, la cui scelta spetta al Comitato Nobel Norvegese, include una medaglia d’oro, un diploma e un assegno da 11 milioni di corone svedesi, pari a circa un milione di euro.
L’opinione di Marco Mascia
Sulla scelta di Maria Machado, Tecnica della Scuola ha chiesto un parere a Marco Mascia, Direttore Centro di Ateneo per i Diritti Umani dell’Università di Padova. “È un premio Nobel che riconosce il valore intanto del diritto all’autodeterminazione interna di un popolo“, ha detto a margine dell’Assemblea dei Popoli dell’Onu in corscioè a scegliere liberamente il proprio governo, il proprio regime politico. “È anche un premio che pone al centro la grande questione della democrazia e delle libertà fondamentali. Il premio Nobel alla Maciado è un premio Nobel che vuole sottolineare, diciamo, l’importanza del rispetto dei diritti umani, in particolare, in questo caso, dei diritti civili e politici all’interno dei sistemi politici e all’interno degli Stati nazionali”.
Il percorso civile e politico contro il regime
La carriera di Maria Corina Machado è caratterizzata da un impegno costante per i diritti civili e le riforme democratiche. Dopo aver studiato ingegneria e finanza e aver avuto una breve carriera nel mondo degli affari, la Machado ha fondato la Fondazione Atenea nel 1992, dedicandosi al sostegno dei bambini di strada di Caracas. Dieci anni dopo, è stata tra i fondatori di Súmate, un’organizzazione che promuove attivamente elezioni libere e giuste in Venezuela e che ha svolto attività di monitoraggio e formazione elettorale.
Nel 2010, ha ottenuto un numero record di voti che le ha permesso di essere eletta all’Assemblea Nazionale. Tuttavia, il regime l’ha espulsa dall’incarico nel 2014. Attualmente, la signora Machado guida il partito di opposizione Vente Venezuela e ha contribuito a unire le forze democratiche del Paese, al di là delle divisioni politiche, co-fondando l’alleanza Soy Venezuela nel 2017.
La sfida elettorale del 2024 e il riconoscimento internazionale
Il momento culminante della recente battaglia politica della Machado è stata la sua candidatura alle elezioni presidenziali del 2024, annunciata nel 2023. Quando le è stato impedito di candidarsi, ha sostenuto il candidato alternativo dell’opposizione, Edmundo Gonzalez Urrutia.
Nonostante l’ampia mobilitazione dell’opposizione e la raccolta di documentazione sistematica che, a loro avviso, dimostrava il vero vincitore delle elezioni, il regime ha dichiarato vittoria e ha rafforzato la sua presa sul potere. La leader aveva espresso fiducia nel novembre 2024, affermando che “Mai in 25 anni siamo stati così vicini dalla sconfitta della tirannia cominciata con Chávez”.
Il Premio Nobel per la Pace 2025 non è solo un riconoscimento del suo coraggio personale, ma evidenzia anche il declino della democrazia a livello internazionale, ponendo l’attenzione sul suo ruolo di guida nella lotta per i diritti democratici. Niente Nobel quindi per il presidente USA Donald Trump, il cui piano per la pace per Gaza ha portato molti a definirlo un candidato perfetto.




