Home Attualità Matteo Renzi: e ora? I 5 S sfondano al Sud

Matteo Renzi: e ora? I 5 S sfondano al Sud

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Dimissioni di Renzi? “Deciderà lui”, dicono i fedelissimi, mentre i dati elettorali certificano che il Pd non è nemmeno arrivato al 20%: un disastro.

“Vogliamo capire qual è la soluzione che il Parlamento può trovare per garantire un governo a questo Paese. Dopo discuteremo anche di cosa succede al Pd”, spiegano sempre i luogotenenti del segretario del Pd, Matteo Renzi, per i quali è netto comunque il rifiuto a un dialogo con il M5s.

“Non siamo interessati a un’ipotesi di governo con i Cinque Stelle” e quindi viene promesso che in questa situazione il Pd si porrà all’opposizione, anche se in politica affermazioni così nette non si possono fare.

Le dichiarazioni di Renzi

Intanto Renzi dichiara: «Se ne esco vivo, va bene», cioè si dimette da segretario politico del Pd.

«Non è facile andare avanti con questi numeri. Avevo chiesto di non arrivare al 2018 — dice ai suoi in questa lunga notte — volevo le elezioni prima, avevo chiesto di non cambiare la legge elettorale… Era chiaro che andare avanti con questa legislatura era un modo per legittimare la caccia a Renzi…».

«Noi andiamo all’opposizione e basta. La notizia non è cosa farò io, ma come farà questo Paese ingovernabile ad andare avanti. Possono ammazzarmi, o forse verranno a cercarci per fare un governo. Sia i Cinque Stelle che il centrodestra… Peccato che il Pd andrà all’opposizione, poi vediamo che cosa succede. Noi abbiamo già pagato con dieci punti di calo la responsabilità di questi mesi. Non pagheremo ancora. Il popolo non ha dato a nessuno la maggioranza, vediamo se faranno accordi con qualcuno per averla».

In Sicilia il M5S sfonda

Intanto in Sicilia i 5 stelle sono il 48 per cento dei voti (oltre 405mila preferenze) e nell’uninominale potrebbe vincere tutti i collegi, esattamente, fa rilevare Il Corriere della Sera, come accadde nel 2001 al centrodestra che vinse 61 collegi su 61.

In ogni caso in Sicilia, se la coalizione di centrodestra è vicino al 30 per cento dei voti, il centrosinistra si attesta sul 14-15 per cento: una batosta, ma attesa.