
Ieri, 19 giugno, si è svolta la seconda prova della Maturità 2025, sulla materia di indirizzo, sempre a livello ministeriale. Si discute molto sui social in merito alla prova di inglese presentata al liceo linguistico: per molti era troppo facile, quasi di un livello da scuola primaria.
Seconda prova maturità 2025, le tracce di inglese al linguistico
Una delle tracce proposte per la prova di Inglese chiedeva di sviluppare un elaborato sul tema del fast fashion e del suo impatto sulla salute pubblica e l’ambiente, partendo da un articolo di approfondimento pubblicato sul sito della Boston University.
Un’altra traccia, invece, era incentrata su un brano tratto dal romanzo “Every Day is Mother’s Day” dell’autrice inglese Hilary Mantel, in cui si riporta l’esperienza dell’autrice come assistente sociale in un ospedale geriatrico, con le storie dei pazienti e in cui è centrale il tema della “perdita”.
ma in che senso questa era la seconda prova del linguistico io vi assicuro che testi del genere stavano nel mio libro di inglese treetops di quinta elementare pic.twitter.com/mxljlMuTpX
— 🥀||malinconia stan account (@_conpochigesti) June 19, 2025
Sono in molti a criticare la scelta di presentare, soprattutto, la Task B, che chiedeva ai maturandi di raccontare un evento accaduto ad un amico. Una scelta troppo semplice? Il livello è troppo basso?
Marenco: “Se dovessi testare un livello di italiano posso partire anche da un fumetto di Topolino”
Abbiamo chiesto al professor Sandro Marenco, docente di inglese in un istituto superiore di Alessandria, un parere sulle prove. “Io direi che era una prova tutt’altro che facile. L’ho trovata molto strutturata con tantissime richieste. Penso che il fatto di aver utilizzato un brano di un’autrice contemporanea sia stato assolutamente voluto per mettere tutti i ragazzi nella stessa posizione; al 99% nessuno lo aveva letto o trattato. Per cui lì si capiva la capacità di analisi di un brano che gli studenti avranno sicuramente acquisito tramite autori più classici”.
Ecco una sua attenta analisi: “Il testo non è banale per niente e soprattutto spero che loro abbiamo capito, ad esempio, nella domanda numero 7 nella Parte 1 la parte sui ‘valori importanti’. Spero che abbiano colto la preposizione della domanda, ossia il fatto che ci fosse ‘important to’ e non ‘important ‘for’. L’utilizzo di ‘important’ è proprio legato solo ed esclusivamente ai valori, a quello che è importante alla persona. Spero che abbiano colto e, ripeto, sono stati un po’ indirizzati”.
Insomma, secondo il docente la prova era interessante per le tematiche emerse, che vanno oltre le nozioni: “Per quanto riguarda il testo sulla fast fashion è un tema attuale e richiede una proprietà di linguaggio sulla tematica del green, del fenomeno del riscaldamento globale, richiede la capacità di argomentare una tematica che è super attuale. Però per fare questo occorre utilizzare le parole giuste quindi anche termini specifici che uno può costruirsi non solo dallo studio scolastico ma da un interesse anche che vada al di là, quindi anche da letture e approfondimenti personali. Questa parte va molto a scavare su: ‘chi sei tu?’, ‘chi sei tu che mi stai scrivendo?’, ‘sei una persona che si interessa anche a tematiche di questo genere quindi sai questa roba qui?’. Ricordiamoci che è Esame di Stato ma l’abbiamo sempre chiamato maturità proprio per questo, nel senso che si va a vedere la maturità di una persona, la capacità di argomentare, di andare a vedere e di apportare tutto il personale che è stato costruito che non è solo quello relativo alla scuola. Non è solo nozionistica questa”.
“Si sono toccati veramente tanti temi anche perché l’autrice di letteratura è un’autrice che parla spesso di rapporto madre/figlia, si è affrontato il tema del green e dell’impatto che certe scelte di questi ragazzi che comprano su Shein o Temu possono avere sul globale. Si parla di educazione come diritto, è molto complessa come richiesta, non è per niente banale questa prova. Poi comunque se per caso qualcuno l’avesse trovata facile e l’avesse fatta con serenità grazie a Dio, nel senso che almeno, per una volta, anche se non li mettiamo in difficoltà ‘sti ragazzi gli diamo la possibilità di esprimersi e di brillare partendo da qualcosa che è apparentemente semplice, viva”, ha aggiunto.
Il testo, quindi, era troppo semplice? Secondo Marenco non importa più di tanto: “Per assurdo, se io dovessi testare un livello di italiano posso partire anche da un fumetto di Topolino, non è il punto di partenza che testa il tuo livello. È come tu lo argomenti, come tu me ne parli. Quindi, che io ti metta l’italiano antico di Dante o che ti metta Topolino, questo non definisce il tuo livello, semmai il mio. Dobbiamo vedere come loro argomentano, come loro costruiscono le frasi, quindi da lì poi si capisce il livello dello studente”.