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Meno automatismi, più merito

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Il neo ministro Giannini è stata esplicita (nella scuola, la priorità assoluta è la valorizzazione del merito dei docenti) ma non ha ancora spiegato come, nel concreto, abbia intenzione di perseguire l’obiettivo.
Ovviamente ci sono diverse strade, tutte strette e tortuose che non piaceranno né ai sindacati né tantomeno ai docenti stessi.
Il percorso certamente più complicato consisterebbe nell’introdurre meccanismi di vera e propria valutazione dei docenti da affidare ai dirigenti scolastici magari coadiuvati da “comitati” tecnici interni alla scuola stessa. Alla valutazione favorevole sarebbero legati in larga misura i passaggi di gradone stipendiale: soluzione diffusa nei Paesi anglosassoni ma palesemente impraticabile in Italia.
All’estremo opposto si collocherebbe l’ipotesi di rinnovare al più presto il contratto nazionale riconoscendo aumenti significativi a tutto il personale e introducendo meccanismi “premiali” riservati ai docenti disposti ad assumere incarichi aggiuntivi: i sindacati potrebbero forse essere d’accordo ma si tratta di una strada difficile da percorrere per evidenti problemi di “compatibilità finanziaria”.
Nel mezzo potrebbero esserci soluzioni di compromesso come per esempio quella di riconoscere aumenti stipendiali ai docenti disponibili ad un aumento dell’orario di cattedra; ma ovviamente questa ipotesi non troverebbe molto consenso fra i sindacati perché farebbe diminuire ulteriormente le opportunità lavorative dei precari (ma se il Governo garantisse da subito 50mila assunzioni all’anno per i prossimi 3-4 anni il dialogo si potrebbe aprire).
Il nodo vero, insomma, non è “merito sì/merito no”: il problema sta tutto nelle risorse che il Governo intende mettere in campo per migliorare la gestione del sistema scolastico. E la volontà del ministro Giannini di affrontare la questione verrà messa alla prova già da subito: è di questi giorni, per esempio, la notizia che, per il 2014/15, a fronte di un aumento del numero degli alunni, non è previsto alcun ritocco degli organici. E, su questo problema, si incominceranno subito a misurare le reali intenzioni del Governo Renzi.