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Merito scolastico, nel Pd la spaccatura si allarga

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Le primarie del Pd sembrano concentrarsi sulle diverse modalità per introdurre un proficua gestione della scuola italiana. A scatenare la diatribe sono, come già rilevato nei giorni scorsi da questa testata, le dichiarazioni favorevoli al “merito” studentesco – almeno quello che nei prossimi giorni dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri con l’impegno di 30 milioni di euro da assegnare ai più bravi di ogni istituto – espresse in più occasioni dal sindaco di Firenze, Matteo Renzi. Anche il 17 giugno, ospite della trasmissione “In mezz’ora”, condotta dalla giornalista Lucia Annunziata, il primo cittadino della città di Brunelleschi ha affrontato diversi argomenti. Poi, palando di istruzione, ha ribadito il concetto: merito e scuola pubblica, ha in pratica detto Renzi, non sono in antitesi.
Alle sue parole è arrivata immediata la secca replica della “cordata” vicina all’attuale segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani, che vorrebbe prima di tutto uno Stato italiano impegnato a ridurre il sempre troppo alto numero di studenti che abbandonano gli studi senza concludere il percorso formativo. E fare in modo che in tanti rimasti esclusi sin dall’infanzia possano accedervi come gli altri.
Secondo Francesca Puglisi, responsabile scuola del Pd e tra le organizzatrici della riuscita conferenza sui nativi digitali “Un nuovo alfabeto per l’Italia”, svolta qualche settimana fa a Roma, “Renzi insiste a dire come slogan della sua campagna per le primarie che il Pd è contro il merito a scuola. Ma non è così: il merito a scuola – continua la Puglisi – viene già premiato dagli insegnanti con i voti. Il centrosinistra ha fatto un decreto perché chi si diploma con il massimo dei voti alla maturità possa vedersi riconosciuto il proprio merito nell’accesso alle facoltà a numero chiuso“.
Puglisi argomenta in modo analitico quali motivazioni hanno partito l’ala tradizionalista del partito a schierarsi contro la proposta ministeriale. “Il Pd – ricorda la sua responsabile Scuola – è contro lo spreco di 30 milioni di euro che verrebbero sottratti dal fondo dell’autonomia scolastica per fare classi estive per i bravi, mentre sono stati tagliati i due terzi dei fondi per i corsi di recupero e migliaia di bambini nel nostro paese sono senza scuola dell’infanzia. L’Annunziata in studio ha ascoltato annoiata. Consiglio a Renzi di cambiare slogan per la sua campagna. Questo – conclude Puglisi – sembra avere le pile scariche“.
Insomma, Renzi non ha ancora ufficializzato la sua candidatura alle primarie ma la campagna elettorale sembra già essere entrata nel vivo. Almeno sul fronte della scuola.