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Metodi per innovare l’istruzione

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Suor Anna Monia Alfieri, da 10 anni in campo a favore del diritto di apprendere dello studente senza alcuna discriminazione peggio ancora se economica, non si arrende. E cerca di tessere una rete di parole, contenuti, idee senza escludere nessuno perché come dice lei occorre una taske force a 360^. Con coraggio ha realizzato così un convegno con voci a confronto autorevoli dalle differenti posizioni, (il confronto nasce dalla diversità afferma sr Alfieri) economisti, statisti, storici del diritto, sindacati, esponenti del Miur,docenti, genitori, studenti. Il 14 giugno si è svolto a Roma, presso l’Universitas Mercatorum, il Convegno Cultura, economia, politica.

L’innovazione educativa, alla presenza del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli e con gli interventi di suor Anna Monia Alfieri, Marco Grumo e Maria Chiara Parola, autori del saggio Il diritto di apprendere. Nuove linee di investimento per un sistema integrato (Giappichelli 2015), e di Pasquale Pazienza (Università di Foggia), Michele Rosboch (Università di Torino) e Paola Maria Zerman (Avvocatura dello Stato). Ha moderato il dibattito Stefano degli Abbati.

Dopo il saluto iniziale del rettore, prof. Giovanni Cannata, gli autori del testo hanno presentato la proposta chiave del costo standard di sostenibilità per allievo, unica possibile soluzione atta a garantire quella libertà di scelta educativa che la famiglia italiana attende dal 1948 e che è invece già presente negli altri Paesi europei. «È un problema ideologico», ha affermato la dott.ssa Parola (ALTIS – Università Cattolica di Milano): lo Stato finora ha garantito l’educazione ai cittadini attraverso la scuola statale gratuita, che diventa però di fatto un’imposizione obbligatoria senza alternativa, ledendo la libertà delle famiglie di scegliere dove mandare i propri figli. Scegliere è un diritto di ogni cittadino e il costo standard permetterebbe a chiunque di far valere tale diritto. «Non è facile parlare di scuola.

Il nostro sistema scolastico risulta classista, perché non tiene conto di tutte le possibilità delle famiglie: non è vero che tutti possono fare tutto», ha sostenuto, nel suo intervento, suor Anna Monia Alfieri (ALTIS – Università Cattolica di Milano), evidenziando come la “battaglia” per la libertà di scelta educativa sia ancora in corso e come superare il pregiudizio sulle scuole paritarie non sia impresa da poco. Il prof. Marco Grumo (Università Cattolica di Milano), ha quindi illustrato più dettagliatamente, dal punto di vista tecnico, la proposta del costo standard, con l’auspicio che possa divenire oggetto di approfondimento e di scambio costruttivo.

«Il nostro sistema-Paese ha necessità di investire molto di più su tutti i percorsi di istruzione e di formazione» ha dichiarato, nella seconda parte del convegno, il Ministro Fedeli, segnalando la necessità di rimettere al centro le ragioni fondative dell’investimento sull’istruzione e indicando un altro punto decisivo: il nuovo reclutamento degli insegnanti, oggetto di decreto legislativo e legato alla responsabilità che si intende assumere nei confronti dei contenuti formativi (in un’epoca in cui la generale digitalizzazione, garantendo a tutti un ampio e diretto accesso all’informazione, non è però di per sé sinonimo di formazione). Che cos’è la scuola pubblica oggi, al di là di chi la gestisce?

«Questo è un tema che ci interroga», ha proseguito il Ministro, citando l’art.3 della Costituzione sulle caratteristiche dell’intervento dello Stato, volto a rimuovere ogni tipo di diseguaglianza. Sulla lettura costituzionale degli articoli riguardanti il diritto all’istruzione, sul reclutamento degli insegnanti, sulla responsabilità dello Stato, si stanno facendo dei passi avanti con verifiche e controlli di trasparenza di tutto il sistema. I

l Ministro ha quindi sottolineato come stia trovando attuazione giuridica, attraverso diversi step di finanziamento, il concetto di non esclusione delle scuole paritarie dalle condizioni di riconoscibilità, e come in questo senso non si possano non considerare i passi legislativi già compiuti: la legge di bilancio 2017, ad esempio, prevede la possibilità per le paritarie di concorrere ai PON. «Tengo moltissimo ad un chiarimento politico-culturale e ritengo che il ruolo delle famiglie sia decisivo», ha concluso il Ministro Fedeli, evidenziando la forte corresponsabilità tra Scuola e Famiglia rispetto al tema dell’educazione e la necessità di rimettere al centro della discussione, senza barriere ideologiche, il tema del pluralismo educativo e la questione del costo standard (con un’attenzione ai contenuti di diritto prima che per obiettivi di spending review), in attuazione della legge del 2000 sulla parità.

A conclusione del convegno, il Prof. Pazienza ha illustrato l’applicabilità tecnica del costo standard, il prof. Rosboch è intervenuto con una riflessione sul diritto di apprendere dal punto di vista storico e la dott.ssa Zerman si è soffermata sull’interpretazione della dizione “senza oneri per lo Stato” (art. 33 della Costituzione).

Da Tecnica della Scuola sr Anna Monia lancia una richiesta ai burocrati ministeriali e regionali: quegli spiccioli pari a 400 euro annui per allievo che frequenta la scuola paritaria (facendo risparmiare allo stato sei miliardi di euro) che da gennaio 2017 ad oggi non sono pervenuti cagionando rilevanti difficoltà finanziarie alle scuole che pur svolgono un servizio pubblico, verranno liquidati entro luglio o troveremo l’ennesimo cavillo? Perché elemosinare un diritto allarga sempre più la forbice della garanzia dello stesso. Ma ottimista quale sono credo che sr una Ministra parla di scuola pubblica senza alcuna declinazione i burocrati sapranno essere all’altezza.