
“È stato un gesto stupido, scritto d’impulso. Chiedo scusa per il contenuto del post: non si augura mai la morte, soprattutto a una bambina. Ma non ritiro le mie idee politiche: non mi sento rappresentato da questo governo”. A dirlo è il docente di Tedesco di un istituto superiore della provincia di Napoli, autore del post su Instagram con cui si augura “alla figlia della Meloni la sorte della ragazza di Afragola”.
Intervistato dal Roma online, il docente dice di rendersi “conto della gravità”, poi però sottolinea: “in classe non ho mai fatto politica. I miei studenti mi vogliono bene. Odio ogni forma di violenza, amo gli animali, faccio volontariato. È stato un errore”.
Il post, spiega ancora il docente di Tedesco, era stato scritto “nella notte, dopo aver sentito al telegiornale che l’Italia continuava a inviare armi a Israele“. Poi, ha aggiunto, “mi sono svegliato la mattina e ho detto: ‘Madonna mia, cosa ho scritto’. L’ho cancellato subito”. Solo che, nel frattempo, il post era diventato ormai pubblico.
L’insegnante riferisce nell’intervista di aver ricevuto “minacce di morte, insulti e lanci di pomodori contro le vetrine di casa“. Quindi fa sapere di avere “sporto denuncia alla Polizia Postale”, ma anche di non avere “cancellato il post per paura, ma” solo perché si è “reso conto da solo che era sbagliato”.
Probabilmente rispondendo anche alle parole di condanna del ministro Giuseppe Valditara (“non possiamo più tollerare comportamenti di singoli che sui social o in pubblico tradiscono quel decoro e quella dignità che devono caratterizzare una professione così delicata, il Ministero, attraverso i suoi organi competenti, sanzionerà quanti per i loro atti non sono degni di far parte della nostra scuola”), il professore di Tedesco ha detto di non accettare “che un insegnante debba condividere pedissequamente le idee del governo per essere ritenuto degno del suo ruolo”.
Intanto, si apprende dalle agenzie di stampa che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella giornata del 1° giugno ha telefonato alla premier Giorgia Meloni: nel colloquio, si è appreso, “il capo dello Stato ha espresso la propria solidarietà per le minacce social alla figlia”.
Per quanto riguarda la possibile sanzione al docente per la pubblicazione del post su Instagram, quello che si può prevedere è che la convocazione del docente non potrà svolgersi prima del 22 giugno: solo dopo averlo audito, l’Ufficio scolastico regionale della Campania potrà decidere l’eventuale sanzione da comminare.
A meno che lo stesso Usr non ravvisi la necessità o l’opportunità di sospendere da subito, quindi già dal 2 giugno, l’insegnante in via cautelare (anche per evitare che nella scuola di servizio dello stesso docente si vengano a determinare situazioni spiacevoli).