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Miur, gli adolescenti al centro di rapporti sempre più complessi

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Risulta sempre più difficile per gli adolescenti inserirsi nella società contemporanea: lo sostiene il ministero dell’Istruzione, che ha presentato giovedì, 2 dicembre, i risultati di un’indagine approfondita di livello internazionale sulla condizione dei minori. Le conclusioni dello studio ministeriale rappresentano un quadro dei giovani italiani ricco di rapporti complessi e articolati. Lo studio ha fornito indicazioni inequivocabili sul fatto che gli adolescenti della società moderna hanno bisogno di una serie di necessità formative identificate in una maggiore personalizzazione dell’offerta d’istruzione; un’integrazione scolastica precoce e attenta, soprattutto nel caso di giovani che abbiano problemi familiari; una collaborazione più coordinata tra la scuola e la famiglia, attraverso la promozione di incontri di formazione e di aggiornamento.
Di questi tre concetti chiave si è discusso, sempre giovedì, nel corso di un seminario che ha visto la partecipazione dei direttori regionali, dei referenti provinciali per le politiche giovanili, di rappresentanze di genitori e studenti provenienti da ogni regione d’Italia. A tutti i presenti sono stati presentati i risultati dell’indagine sugli adolescenti, che ha esaminato 4.500 ricerche realizzate negli ultimi cinque anni, in Italia, in Europa e nel Nord America; sulla base della loro attendibilità scientifica in relazione ai settori indagati, al termine dello studio, è stato spiegato dai dirigenti del Miur, sono state tuttavia ritenute rilevanti e significative per gli scopi della ricerca solo 1.200 ricerche.

"La condizione dei minori e degli adolescenti – ha spiegato il ministro Moratti, che ha voluto essere presente alla divulgazione dell’iniziativa – è stata studiata attraverso i loro vissuti con la società, la scuola, la famiglia, la malattia, l’immigrazione ed i comportamenti a rischio: tutte problematiche che caratterizzano la condizione dei minori nella realtà contemporanea nella convinzione che buone politiche socio-educative non possano prescindere da una approfondita conoscenza dei fenomeni e dei soggetti.

È la prima volta che si realizza un’indagine sistematica di così vasta portata: sono stati coinvolti sei enti capofila tra Università ed istituti di ricerca nazionali, con la partecipazione di numerose centinaia di esperti".
Si tratta di uno studio decisamente importante considerando che riguarda in qualche modo circa 4 milioni di studenti, solo per rimanere all’interno dei confini nazionali, con gli oltre 2.600.000 iscritti alla scuola secondaria di secondo grado e i quasi 1.760.000 che frequentano la secondaria di primo grado. Quello degli adolescenti risulta un quadro sempre più complesso è variegato: basta dire che negli ultimi dieci anni la presenza di alunni stranieri nelle scuole pubbliche è aumentata di dieci volte, passando da poco più di 37.000 studenti a agli attuali 232.000. "Proprio a loro si rivolge questa indagine – ha detto sempre il ministro Moratti – affinché divenga uno strumento di lavoro utile nella definizione del percorso formativo da diffondere capillarmente nelle scuole. Dallo studio realizzato emergono, infatti, concrete conferme sulla validità del percorso intrapreso con la riforma della scuola e scaturiscono importanti indicazioni che saranno utilissime nell’applicazione della riforma: anzitutto dalla ricerca giunge la conferma di quanto la legge n. 53/2003 all’articolo 1 sancisce, ossia la piena legittimazione del binomio educazione-istruzione, sviluppato sia attraverso le discipline sia attraverso le competenze trasversali indirizzate allo sviluppo della convivenza civile e, quindi, al forte valore innovativo degli apprendimenti non formali e informali. In secondo luogo – ha concluso il Ministro – emerge un quadro complesso che descrive la difficoltà di essere adolescenti nella società contemporanea".