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Mobilità 2017/2018: parla Adele Sammarro (Confintesa Lavoratori Conoscenza)

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Ultimate le operazioni di mobilità professionale e territoriale per l’a.s. 2017/2018, ed approssimandosi quelle di utilizzazione ed assegnazione provvisoria, è già tempo di bilanci.

Abbiamo contattato la Segretaria generale del Sindacato Confintesa – Lavoratori della conoscenza, prof.ssa Adele Sammarro (in foto con il Segretario generale Confintesa Francesco Prudenzano), per chiedere il punto di vista del suo sindacato in merito all’operato del Ministero dell’Istruzione nella gestione della procedura di mobilità, a fronte della presentazione di 139.583 domande di mobilità e dell’anticipo di circa un mese delle operazioni, rispetto allo scorso anno.
I risultati non sono soddisfacenti, soprattutto alla luce della pubblicazione degli esiti finali.

Questo è stato il primo commento a caldo della Sammarro.

“I numeri sono stati davvero irrisori. In buona sostanza una buona parte dei docenti non è riuscita a rientrare. Le aspettative di tantissimi sono state deluse, a diversi di loro è stata preclusa l’opportunità di avvicinarsi a casa, ed è rimasta lontano dalla provincia d’appartenenza”.

Quanto può avere influito nei movimenti, l’incidenza delle precedenze e, in particolare, da parte di chi usufruiva dei benefici della legge 104/92?

“In effetti molti sono stati penalizzati da chi beneficiava della legge 104/92. Dispiace che docenti con punteggio elevato e con tanti anni di servizio non abbiano ottenuto il movimento richiesto, e che, pertanto, saranno costretti a restare lontano da casa e dagli affetti”.

“Non dimentichiamo infatti – prosegue Adele Sammarro – che la media dei docenti trasferiti fuori provincia oscilla dai 40 ai 60 anni, per cui parliamo di gente con famiglia e figli, che ancora una volta è stata penalizzata dal sistema”.

Le risulta che qualche docente che non ha ottenuto il trasferimento stia anche pensando alle dimissioni?

“Purtroppo è proprio vero. Addolora sapere che qualcuno dei docenti che non ha avuto trasferimento sarà costretto a rinunciare al ruolo, proprio perché lo stipendio non basta. In merito a questo aspetto il Ministero dovrebbe pensare a dare incentivi a chi è costretto a lavorare fuori”.

Lo scorso anno la procedura è stata costellata da errori anche grossolani del famigerato algoritmo; quest’anno sono state riscontrate anomalie?

“Anche quest’anno, purtroppo, si sono riscontrati diversi errori, come quelli relativi ai trasferimenti d’ufficio del personale docente perdente posto, cui non è stato riconosciuto quanto previsto nel CCNI sulla mobilità 2017/18, a ciò si aggiunge il caso dei docenti sprovvisti di titolo di specializzazione sul sostegno, trasferiti su posto di sostegno, come è accaduto ad alcuni prof fiorentini mandati a Genova”.

“Continuano, tra l’altro, le discriminazioni in merito al mancato riconoscimento del servizio svolto nelle scuole paritarie – continua la Sammarro – per cui ci vedremo costretti, come Confintesa a ricorrere nei tribunali”.

Insomma, sono tante le criticità riscontrate anche nella mobilità 2017/2018 e certamente non mancheranno strascichi nelle aule di Giustizia dove, già in questi giorni, precisamente innanzi al Tar Lazio, sono in discussione alcuni ricorsi avverso l’ordinanza ministeriale 221/2017, aggredita sotto diversi profili.