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Nella scuola postcovidiana una nuova “primavera” è possibile con l’innovazione giuridica e contrattuale

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Gentile Ministro,

notizie di stampa secondo le quali nell’incontro con i dirigenti scolastici – tra i diversi temi – ha posto quello relativo alle scuole in reggenza, ai collaboratori e middle management e alla formazione professionale e valorizzazione delle risorse umane, ci fanno rilevare chiaramente la Sua consapevolezza della complessità della scuola autonoma.

La necessità di prevedere, in particolare, un’alta e specifica formazione per chi affianca i dirigenti scolastici nella governance fa trasparire l’importanza che Lei attribuisce a chi – responsabilmente – decide di impegnarsi quotidianamente rendendosi protagonista sia sul piano organizzativo che nel progetto didattico della propria scuola.

Ascoltare, inoltre, nelle Commissioni Cultura di Camera e Senato riunite in seduta congiunta che “dobbiamo rafforzare le autonomie scolastiche…ricostruendo in tutti l’idea che la professione di educatore deve essere non solo rispettata ma anche riconosciuta…occorre articolare le funzioni, ci vuole più personale e più contingente tecnico, quello che si chiama il middle management, dobbiamo portarlo ad avere non soltanto carriere più articolate dei nostri docenti ma anche carriere più chiare e articolate per tutto il personale che deve sostenere il dirigente e che deve strutturare l’autonomia delle scuole”, ci fa prendere favorevolmente atto della Sua visione politica che riteniamo moderna e coerente ai bisogni delle autonome istituzioni scolastiche.

Quanto ha affermato qualche giorno fa – “servono, accanto al preside, figure altrettanto qualificate: il tema dell’organizzazione della scuola ha bisogno di più chiarezza. Ci sono scuole con 1500 studenti (e molti di più, aggiungo) che fanno capo ad un solo dirigente a cui arrivano tutte le responsabilità: è una struttura troppo verticale, servono altre figure specializzate “ – noi collaboratori di Ancodis lo condividiamo totalmente poiché ne siamo quotidiani testimoni.

Abbiamo sempre detto a tutti i nostri interlocutori che vogliamo una scuola più efficace ed efficiente, più corrispondente ai bisogni formativi degli alunni ma anche alle necessità organizzative, una scuola per la quale tra le riforme auspicate si possa avere quella che riguarda lo stato giuridico, la valorizzazione della professione docente, il riconoscimento delle figure intermedie, la carriera articolata.

Come ben conosce, nel corso della seconda parte dello scorso anno scolastico e successiva estate siamo stati messi alla prova dall’emergenza pandemica e i collaboratori dello staff hanno affiancato i dirigenti scolastici nella grande scommessa di fare ripartire la scuola in presenza e in sicurezza.

Le Sue parole, Signor Ministro, ci fanno ben sperare: nella scuola postcovidiana una nuova “primavera” è possibile anche con l’innovazione giuridica e contrattuale del riconoscimento di migliaia di donne e uomini che – nonostante non sia stato dato ancora seguito al comma 16 dell’art. 21 della legge delega 59/1997 – consentono a ciascuna scuola di portare avanti il piano dell’offerta formativa.

Nell’atteso Atto di indirizzo ci aspettiamo un chiaro riferimento al tema della valorizzazione di tutto il personale scolastico e, in particolare, di chi assume funzioni aggiuntive e un adeguato riconoscimento – anche attraverso percorsi di carriera differenziata – per tutte le professionalità operanti nella scuola. 

Gentile Ministro, siamo pronti a collaborare, vogliamo dare il nostro contributo di idee, ci sentiamo risorse professionali capaci di costruire – come facciamo ogni giorno nelle nostre scuole – un modello di governance pienamente corrispondente ai bisogni organizzativi e didattici delle nostre comunità scolastiche.

In un periodo nel quale tanti chiedono più soldi noi chiediamo una sola cosa: dateci la nostra identità professionale, con la valutazione del nostro lavoro e la partecipazione a pieno titolo nella valutazione di sistema delle nostre scuole!

Rosolino Cicero – ANCoDIS