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New Green Deal, la svolta ecologica dell’Europa unita passa per scuole, formazione collettiva e piattaforme comunitarie

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La stagione delle emergenze – per ora, si spera, limitatesi a quelle sanitarie, belliche e geopolitiche – ha messo assai in discussione il rapporto tra uomo e natura, coabitazione che provoca il deterioramento delle risorse ambientali ed il collasso dei sistemi produttivi con conseguenti crisi interne alla civiltà. Le istituzioni europee stanno rivedendo passo passo le proprie priorità, a partire da quelle relative all’approvvigionamento strategico dei fossili che, almeno sulla carta, l’Europa unita dovrebbe abbandonare entro il 2030, raggiungendo l’ambizioso status di “neutralità climatica”, paragonabile all’emissione limitata – o inesistente – di gas serra nell’atmosfera che rischierebbe ancor di più di far vacillare ecosistemi e meccanismi ambientali. Per raggiungere tale traguardo si rivela necessaria l’adozione di sistemi economici che riducano l’impatto ambientale e lo spreco insulso di risorse, specie in periodi così complessi. L’economia circolare, sistema di veicolazione intelligente di capitali, informazioni e beni di consumo, dev’essere organizzata dal basso ascoltando le necessità materiali della popolazione ed incrociandole con le esigenze di un sistema produttivo che fa i conti ogni giorno con un’indisponibilità sempre maggiore di risorse. Per provvedere a tale incrocio di dati si sviluppano delle piattaforme di ricerca dove giovani, studenti, scuole e ricercatori allestiscono un programma di sviluppo da presentare alle istituzioni comunitarie: LINA.

Il lancio del portale LINA: un sogno lungo anni

Dopo il suo lancio nel 2022, LINA terrà una conferenza a Copenaghen nell’ambito del programma World Architecture Capital nel 2023 e nel 2024 terrà un evento a Sarajevo durante il 40° anniversario della trasformazione della città per le Olimpiadi invernali. La fine della piattaforma è prevista per il 2025. Tuttavia, se verranno concessi ulteriori finanziamenti, potrebbe continuare fino al 2029. Nel 2020, l’Unione Europea ha annunciato i piani per il New European Bauhaus come parte del suo piano di ripresa del coronavirus guidato dalla sostenibilità. Si ispira all’influente scuola di design Bauhaus e si spera di dare il via a un movimento culturale e sostenibile nell’Unione Europea. Secondo gli organizzatori, l’obiettivo è adattare l’architettura all’economia circolare e contribuire a “realizzare il Green Deal europeo”, una serie di proposte della Commissione europea che mirano a fare dell’Europa il primo continente a impatto climatico zero. “Gli obiettivi di LINA sono mobilitare il campo dell’architettura per progetti puliti, circolari e sostenibili, per riunire gli attori per affrontare la crisi climatica in modo più efficace, creando al contempo opportunità per le generazioni emergenti di assumere un ruolo guida in questo campo e diffondere le loro idee a quante più persone possibile”, ha detto Čelik a Dezeen.

Il ruolo chiave delle scuole: partecipazione, discussione e confronto

La sensibilizzazione in merito alle tematiche ecologiche ed ambientali interessa sempre più da vicino i giovani della generazione digitale, alle prese con una mole di informazioni sempre più consistente. Al fine di promuovere tali contenuti e temi sono stati lanciati dalla Commissione Europea progetti di natura comunitaria che hanno coinvolto le scuole in rete, creando dei sistemi attivi di cooperazione tra gli istituti degli Stati membri UE al fine di promuovere un dialogo costruttivo relativo alle tematiche di natura ecologica e provvedere a stilare un documento che, supervisionato dal lavoro ingente di esperti del settore, è destinato a raggiungere i luoghi (o istituzioni) in cui dovrebbero essere prese delle decisioni in merito. LINA, come altre piattaforme, è utilizzabile con il medesimo iter: ogni scuola, dal lancio del portale, potrà richiedere l’iscrizione e iniziare a mettersi in contatto con altri istituti al fine di promuovere, attraverso il lavoro scritto degli studenti e specifici webinar, delle tematiche che sono cruciali per il progresso – se non per la sopravvivenza – dell’uomo sulla Terra.