
Niente compiti a casa per le vacanze pasquali: questo quanto deciso da una dirigente scolastica di una scuola calabrese, che ha inviato una circolare in cui ha espresso le sue ragioni. La preside invita i docenti a “garantire il diritto al riposo degli alunni”.
Le parole della dirigente scolastica
Ecco cosa dice il documento, riportato da Ansa: “Nell’assegnare agli alunni i compiti per casa da svolgere durante le vacanze pasquali si raccomanda ai docenti di attenersi al Regolamento di istituto sui compiti adottato dall’istituzione scolastica. Ferma restando l’autonomia del docente nel valutare particolari situazioni in relazione allo specifico contesto della classe, si richiama, in generale, l’attenzione degli insegnanti sull’importanza di garantire il diritto al riposo degli alunni durante la sospensione pasquale, la cui breve durata dovrebbe prioritariamente consentire alla famiglia di ritrovarsi, per condividere dei momenti di festa e di relax”.
Lo studio domestico, sottolinea la dirigente, “potrebbe essere riconfigurato in modo da stimolare i ragazzi a vivere delle esperienze culturali alternative al tradizionale ‘assegno’ domestico, prevedendo, per esempio, compiti autentici o di realtà, ispirati al piacere della lettura, alle visite di musei, parchi, o altri luoghi in cui vi sia l’opportunità per gli alunni e le loro famiglie di stare a contatto con la cultura, con l’arte, con la natura, con lo sport”.
L’analoga circolare di quasi tre anni fa
Sempre la stessa dirigente scolastica, nel dicembre 2022, aveva emesso un‘analoga circolare in merito ai compiti per le vacanze di Natale.
Basta con i compiti a casa, ha scritto la preside che aggiunge anche: “Porre un freno a questa pratica, in linea generale, si rende necessario in ottemperanza all’art.31 della Convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che sancisce, per ogni bambino/a e ragazzo/a, ‘il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età…’”
E così, la dirigente scolastica ha fatto anche un elenco dettagliato di una serie di raccomandazioni (che lei stessa, nella circolare, definisce però “non vincolanti“.
Ha iniziato con il ricordare che “non si assegnano compiti nel fine settimana e durante i periodi di vacanza o sospensione delle lezioni – agli studenti deve essere permesso di ricrearsi (garantito il “diritto al riposo e al gioco”), e alle famiglie di ritrovarsi, senza l’assillo dei compiti” e soprattutto che “non si assegnano argomenti da studiare a casa che non siano stati spiegati in classe dall’insegnante, il quale, entro certi limiti, sarà disponibile a ripetere la spiegazione in caso di poca comprensione da parte di un alunno, o di assenza dell’alunno”.
E poi una regola che dovrebbe far passare ai docenti la voglia di dare compiti solo per il gusto di dare un lavoro casalingo agli studenti: “I docenti che decidano di assegnare compiti a casa si impegnano a correggerli tutti e a tutti, altrimenti non avrebbe senso farli”.
Ovviamente “i docenti che decidano di assegnare compiti si impegnano a preparare adeguatamente gli studenti affinché siano in grado di svolgerli per proprio conto, senza che i ragazzi debbano chiedere aiuto ai genitori”.
E ancora: “Ai compiti svolti a casa non deve essere assegnato alcun voto, il docente non può sapere come e da chi siano svolti”.
E se uno studente non è riuscito a svolgere tutti compiti? “La giustificazione del genitore per il mancato svolgimento dei compiti – chiarisce la preside – deve essere acquisita evitando reprimende o punizioni”.