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Non ci sono parole per un massacro incomprensibile

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Non è la prima volta, purtroppo, che una scuola diventa luogo di sequestri messi in atto da folli e criminali; mai però il gesto era apparso così sconvolgente come quello messo in atto in Russia.
Il massacro di Beslan ci risulta incomprensibile perché – in fondo – pensiamo che qualunque guerra, anche la più odiosa (ammesso che una graduatoria si possa fare), abbia una sua "razionalità" interna: d’altronde fin dalla scuola elementare si spiegano le guerre indicandone le cause remote e immediate (chi non ricorda di aver studiato che la prima guerra mondiale scoppiò "a causa" dell’attentato di un giovane serbo all’imperatore Francesco Giuseppe?). L’idea di "causa" contiene in sé l’idea che in qualche modo la guerra abbia una sua logica seppure perversa.

Il massacro di Beslan ci lascia senza parole non solo perché ha coinvolto una scuola (luogo di cultura e di educazione per eccellenza) oltre che centinaia e centinaia di bambini (che anche le culture più primitive hanno sempre considerato "intoccabili").

L’attacco alle Torri Gemelle ci aveva lasciati increduli e sbigottiti, il massacro di Beslan ci mette di fronte ad una ipotesi quasi fantascientifica: gli atti di terrorismo estremo sono forse il risultato di una sorta di "impazzimento" delle cellule di cui è composto l’"animale-mondo". E’ come se ci fosse una specie di modificazione del Dna dell’intero genere umano. Forse la violenza, la guerra, il terrorismo sono il "tumore" di cui si ammalano le comunità umane. Il massacro di Beslan sconvolge perché fa nascere il sospetto che da questa malattia spaventosa sia difficile guarire, forse impossibile.

Ci vuole grande volontà d’animo e tanto ottimismo (forse anche molta fede) per credere che questi mostri siano generati solamente dal sonno della ragione. Ma non ci si può arrendere: dobbiamo augurarci che si tratti davvero solo del sonno della ragione e dobbiamo sperare che da questo sonno ci si possa prima o poi risvegliare.

Il primo giorno di scuola in Russia bambini e famiglie portano fiori o piante per abbellire un luogo di accoglienza e di serenità, come è la scuola e parlano di pace. Per il primo giorno di scuola in Italia. Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola invitano, in segno di partecipazione e solidarietà nei confronti della comunità scolastica russa colpita da questa immane tragedia, a dar vita a questa tradizione anche nella nostre scuole.