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Non piace a Pittoni (Lega) il vincolo di 3 anni (e non 5) per la mobilità

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“Si prepara l’ennesima invasione di insegnanti dal Sud. E con un balletto al limite del ridicolo” è quanto afferma Mario Pittoni, capogruppo della Lega Nord in commissione Cultura del Senato nella scorsa legislatura.
Pittoni, che continua ad occuparsi di istruzione per il partito del Carroccio, non è affatto d’accordo sulla riduzione da 5 a 3 anni del vincolo di permanenza nella provincia di prima nomina in ruolo.
“Il vincolo dei 5 anni – spiega Pittoni – era stato da noi fortemente voluto dopo lo stop del Quirinale (nonostante il via libera del Senato) al congelamento delle graduatorie provinciali dei docenti, in attesa della riforma del reclutamento”.
A questo punto il rischio, sempre secondo Pittoni, è che “oltre 10mila insegnanti meridionali siano interessati a rientrare nelle terre d’origine (alla faccia della continuità didattica, della quale pare non importi nulla a nessuno) per essere rimpiazzati da un numero ancora superiore di docenti precari che, non trovando più lavoro al Sud, sarebbero pronti a emigrare al Nord sfruttando i loro superpunteggi al momento della riapertura delle graduatorie a esaurimento provinciali prevista nel 2014”.
Pittoni non usa mezzi termini e parla di “una lobby presente in alcune forze sindacali, pronta ad approfittare dell’assenza della Lega al Governo per imporre lo smantellamento del lavoro a salvaguardia delle peculiarità dei nostri territori”.
L’ex senatore leghista coglie così l’occasione per parlare nuovamente del suo disegno di legge depositato nella scorsa legislatura che regionalizza la gestione dei concorsi.
“Il meccanismo che avevo proposto – spiega Pittoni – può fungere da “calmiere” agli spostamenti dalle zone con meno opportunità di lavoro ma valutazioni “generose”, a quelle con più posti disponibili ma maggiore rigore nei voti, evitando che candidati valutati con manica larga in altre realtà possano scavalcare chi effettivamente merita”.
“In questo modo
– aggiunge l’ex senatore – si toglie appetibilità ai corsi on line più o meno fasulli (spesso ridottisi a puro “mercato” dei punti) e allo scambio di favori tra strutture private e docenti (in particolare ore di insegnamento gratuite in cambio di punti) e si mettono in “competizione” gli aspiranti all’insegnamento iscritti ai vari albi regionali spingendoli a migliorarsi”.
Secondo Pittoni il modello di reclutamento proposto dalla Lega sarebbe vantaggioso per tutti ma soprattutto per i docenti migliori: “Un candidato bravo, ma iscritto in una regione dove i bravi sono tanti, sarà infatti spinto a iscriversi nella regione vicina che magari ha meno bravi e offre più opportunità di lavoro. A quel punto però gli iscritti in quella regione avranno tutto l’interesse a darsi da fare per crescere professionalmente e non farsi sfuggire l’opportunità di conquistare la cattedra”.