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Non si possono licenziare in tronco i “furbetti” dello Stato in servizio ma assenti

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Rimane il pugno duro contro i lavoratori statali in servizio e poi in realtà assenti, ma vengono introdotti tempi certi e garanzie per difendersi.

Secondo quanto riportano le agenzie, il provvedimento, attuativo della riforma Madia, dovrebbe ricevere il via libera la prossima settimana in Consiglio dei Ministri, con aggiustamenti che toccheranno l’iter del procedimento disciplinare, al fine di garantire il diritto alla difesa e anche per evitare l’inefficacia dell’azione (annullabile o seggetta a ricorsi).

In tal modo, verrà scandito secondo precise tappe il percorso che porterà al licenziamento lampo degli statali assenteisti, i cosiddetti ‘furbetti’, colti a strisciare il badge per poi, prontamente, uscire dall’ufficio.

Ecco in cosa consistono le modifiche.

“Ferma restando la durata di 30 giorni per portare a termine il giudizio, verrà fissato un termine per il preavviso, possibile una settimana, e per depositare le memorie, probabilmente quattro giorni. Sarà anche precisato il momento da cui scatta il countdown dei 30 giorni, per cui con la sospensione, entro 48 ore, sarà contestualmente fatta partire anche la contestazione del fatto. Per essere però certi, prima di far partire il conto alla rovescia sui 30 giorni, che il dipendete in questione sia a conoscenza del procedimento a suo carico potrebbero passare anche altri 30 giorni. Infatti nel caso in cui il lavoratore non sia reperibile occorrerà avvertirlo tramite raccomandata. A quel punto il tempo limite, dopo il quale si l’avviso di dà per letto, e appunto di un mese”.

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“La formula ’30+30′ potrebbe essere considerata non abbastanza rapida ma la soluzione, per accorciare la durata, sarebbe a portata di mano: “sarebbe opportuna una totale implementazione del Codice dell’amministrazione digitale – all’esame del Parlamento – e la dotazione per ogni dipendente di posta elettronica certificata”, suggerisce il relatore del parere sul provvedimento il deputato dem, Alan Ferrari. A quel punto i tempi della notifica si ridurrebbero in maniera drastica.

Le modifiche apportate al testo sono state richieste dei parlamentati, che sia alla Camera sia al Senato hanno espresso delle riserve.

Quello sugli assenteisti della P.a. non sarà il solo provvedimento firmato Madia ad arrivare in Consiglio dei ministri, dove sono attesi anche i decreti sulla Scia unica e sul restyling della conferenza dei servizi, entrambi attuativi della riforma della Pubblica Amministrazione.

Sarà probabilmente la volta giusta anche per la norma che stabilizza le maestre precarie e per la ratifica dell’accordo sui comparti del pubblico impiego (un via libera a cui è condizionato il riavvio del tavolo sulla contrattazione).

 

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