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“Non votarmi! Non sono un numero”, voti alla scuola primaria

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“Aprile mese senza voti”: è questa l’idea lanciata dal Cesp ( www.cespbo.it ; e-mail [email protected] ) “per la promozione di una relazione didattica rispettosa della sensibilità dei bambini e delle bambine, per una valutazione plurale, creativa e multiforme che valorizzi le potenzialità e non schiacci sulle capacità, che sia stimolo alla crescita e non educazione alla competitività”.
Reintrodotto nella scuola primaria dal ministro Gelmini, “il voto numerico riduce la relazione didattica a un esame continuo, fomenta la competizione tra scolari, crea ansie e ferite interiori, sposta l’attenzione dal contenuto dell’apprendimento al suo esito numerico”.
Dal convegno di Bologna sulla Didattica Resistente/Resiliente viene evidenziato che “l’attribuzione del voto implica una valutazione ‘sommativa’ che tende a classificare per selezionare, mentre una valutazione ‘formativa’ vuole capire e aiutare i bambini nella loro formazione”.
Visto che “classificare significa impedire un armonioso sviluppo intellettivo, rispettoso dei tempi di crescita individuali”, già ora molti insegnanti non danno voti, se non nell’assolvimento burocratico richiesto per le schede di valutazione.
Per coloro che lanciano l’iniziativa “Aprile mese senza voti” si tratta di un’occasione per allargare questa pratica didattica virtuosa, facendo provare ai bambini e ai loro genitori il piacere dell’apprendimento per se stesso e non per la “moneta” del voto.

“Maestre! Maestri! Per questo mese tornate a non usare i voti, si può, si sta meglio, un piccolo passo nella costruzione di una società migliore”, questo l’appello agli insegnanti della scuola primaria.