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Obbligo vaccinale: prof no vax tra diffide, rifiuto delle lettere, malattie e finte prenotazioni

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L’obbligo vaccinale per il personale scolastico è entrato in vigore dallo scorso 15 dicembre. Nonostante la stragrande maggioranza dei lavoratori della scuola risultino vaccinati, resiste ancora una minoranza decisa a non sottoporsi alla somministrazione. E se fino a qualche giorno fa bastava il normale Green pass con due tamponi negativi a settimana, questo adesso non servirà più e per evitare la sospensione dal servizio e di conseguenza dello stipendio, bisognerà dimostrare la vaccinazione.

Eppure in questi primi giorni i presidi affermano di aver assistito a vari rifiuti o escamotage per evitare la somministrazione. Come segnala la presidente dell’Associazione Nazionale Presidi del Lazio Cristina Costarelli a ‘Il Tempo’, sono diverse le diffide a non adempiere al decreto legge inviate dai legali ai dirigenti. Così come alcuni lavoratori che hanno rifiutato di prendere in mano la lettera di invito consegnata dal dirigente. Ma per entrambe non c’è speranza. “Il rifiuto di ricevere la lettera infatti non blocca il decorso dei tempi antecedenti la sospensione e il Codice civile stabilisce l’azione di consegna davanti a testimoni che viene opportunamente verbalizzata, avendo valore di notifica” afferma la presidente Anp.

Ma Costarelli segnala anche l’escamotage delle “finte” prenotazioni per sfuggire all’obbligo (ovvero prenotare il vaccino guadagnando qualche giorno ma senza poi presentarsi ad effettuarlo). E fioccano anche le richieste di malattia di non facile gestione per le scuole. I presidi infatti hanno il compito di adibire ad altri mansioni quei lavoratori che sono esenti dalla vaccinazione.