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Ondata di lavoratori alle assemblee sindacali pre-mobilitazione

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Alla vigilia della doppia tornata di scioperi indetti dai sindacati della scuola contro le politiche del Governo, che continuan a considerare la scuola come un capitolo di spesa e non di investimento, il 13 novembre si sono svolte le annunciate assemblee provinciali di preparazione alla mobilitazione. Agli incontri, organizzati unitariamente da Flc-Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda, hanno partecipato tantissimi docenti e Ata.
Il clou delle presenze si è avuto a Roma, nell’aula di Patologia della Facoltà di Medicina dell’Università La Sapienza, dove prima dell’inizio dell’assemblea la sala era già stracolma: la maggior parte dei lavoratori si è così dovuta accontentare degli interventi all’aperto di alcuni sindacalisti, svolti al di fuori dell’aula e senza microfono. L’alta partecipazione, che ha evidentemente colto impreparati anche gli organizzatori, ha contribuito allo svolgimento di un’assemblea caratterizzata da interventi dalla platea.
Alla fine, però, tutti i presenti si sono detti d’accordo nell’approvare una mozione, letta da Antonio Albano, responsabile della segreteria provinciale di Roma dello Snals, nella quale il personale docente e Ata di Roma ravvisa “preoccupazione, indignazione e dissenso verso le politiche del ministro Profumo”, anche perchè si va ad aggiungere alla tante penalizzazioni che il settore ha dovuto subire negli ultimi anni. Con la conseguenza che, hanno scritto ancora i sindacati nella mozione approvata all’unanimità, “in  brevissimo tempo avremo i docenti più anziani d’Europa”, dopo che è stato accertato che hanno già “gli stipendi più bassi” del vecchio Continente.
I sindacati contestano quindi quanto previsto nel ddl Stabilità, in particolare “l’aggravio di lavoro per il personale docente” e chiedono a tutte le forze governative di adoperarsi per cancellare l’incremento da 18 a 24 ore, sbloccare il contratto di lavoro e gli scatti di anzianità. Nella mozione si chiede, inoltre, di dare allo stipendio del personale un potere d’acquisto adeguato e fermare la politica dei tagli alle risorse del settore.
Flc-Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno invitato quindi il personale a partecipare alla mobilitazione prevista nei prossimi giorni. Solo in questo modo, hanno concluso i sindacati della provincia di Roma, si riuscirà a convincere l’opinione pubblica, troppo spesso “pilotata” da convinzione sbagliate sulla scuola ed i suoi lavoratori.
L’impressione, quindi, è che lo sciopero del 24 novembre non verrà cancellato. “Solo se rientreranno definitivamente le 24 ore settimanali, senza che la loro copertura comprenda la sottrazione di risorse al fondo d’istituto, e solo se il Governo invierà l’atto di indirizzo all’Aran promesso da giugno scorso dal ministro Profumo, potremo decidere di annullarlo”, ha detto Massimo Di Menna, il segretario della Uil Scuola presente con tutti gli altri leader dei sindacati maggiori. Il sindacalista della Uil ha però anche sottolineato che farà di tutto per evitare di fare incrociare le braccia ai lavoratori: “il nostro compito – ha detto – è risolvere i problemi e non continuare a pagare una tassa per l’opposizione”.
Ai diversi partecipanti che accusavano Cisl, Uil, Snals e Gilda di non avere aderito allo sciopero europeo del 14 novembre, cui hanno aderito invece Flc-Cgil, Cobas e Unicobas, Di Menna ha detto che è mancata in questa piattaforma la volontà di coinvolgere “tutto il mondo del lavoro europeo, in modo da contrastare la politica dei tagli ed il rilancio della spesa pubblica a favore dell’istruzione e della ricerca”.
Dello stesso avviso Francesco Scrima, a capo della Uil Scuola, il quale ha ricordato che in questo momento sono due i punti imprescindibili. “Il nostro obiettivo immediato – ha detto Scrima – è recuperare gli scatti di anzianità del 2011, anche ai fini delle progressioni di carriera, e la cancellazione definitiva delle 24 ore, per le quali ci preoccupa solo il fatto che al Governo possa aver solo pensato una cosa del genere”.
Rino Di Meglio, coordinatore della Gilda degli insegnanti, ha auspicato che “l’unità sindacale si mantenga anche dopo il 24 novembre, quando si cercherà, subito con il nuovo Governo di eliminare gli scatti per automatici per darli al merito”. Durante il suo applaudito intervento, il leader della Gilda ha anche voluto ammettere di “non emozionarsi qualora i fondi per evitare l’incremento di ore dei docenti fossero prelevati dal Fis, visto che questi soldi vengono utilizzati quasi sempre per pagare i collaboratori dei dirigenti scolastici e non per recuperare i ‘pierini’ e gli studenti in difficoltà”.
Gli interventi dei segretari generali si sono conclusi con quello di Domenico Pantaleo, a capo della Flc-Cgil. Pantaleo ha parlato dell’importanza del pluralismo sindacale, ma anche della necessità che questo confluisca a favore della “difesa della scuola pubblica garantita a tutti e del rispetto della dignità di chi lavora nella scuola. E non solo da un punto di vista economico”. Il responsabile dei lavoratori della conoscenza Cgil ha quindi ribadito “la centralità del contratto nazionale”, per evitare che le scuole diventino sempre più delle “caserme”.