
Un aperitivo organizzato per festeggiare l’incarico a scuola appena ricevuto si è trasformato in un incubo: un docente di 37 anni di Genova è stato fermato mentre era in bicicletta dopo la serata e condannato a 60 giorni di reclusione convertiti in 130 ore di lavori.
“Una condanna a 130 ore di lavori di pubblica utilità e 1100 euro di multa: è l’epilogo di una serata in cui avevo deciso di prendere la bici, proprio per poter bere un aperitivo e festeggiare il nuovo incarico di lavoro”, questo, come riporta La Repubblica, il suo commento.
La ricostruzione dei fatti
Un mese fa il docente è stato condannato e sta scontando la pena alternativa a sessanta giorni di reclusione in una bocciofila. Ecco il racconto di quanto avvenuto: “Era fine settembre. Sono un insegnante precario, ogni anno è un patema finché non mi chiama una scuola. Avevo appena ricevuto l’incarico e ho deciso di festeggiare con i miei amici, con un aperitivo in centro storico. Avrei potuto girare e cambiare strada, ma sarebbe stato scorretto. E ho proseguito. Mi hanno fermato, chiesto i documenti e sottoposto all’alcoltest, cui sono risultato positivo”.
Il paradosso
“Tra tutti quelli che stanno scontando nel circolo in cui presto servizio, ho la condanna più lunga. Eppure, c’è chi ha causato incidenti stradali e si trova nel regime più restrittivo di messa alla prova e però scontano al massimo 40 ore. Quasi un paradosso: mi è stato spiegato che il giudice mi ha assegnato molte ore, non potendo ritirarmi la patente, perché ero in bici”, ha aggiunto, parlando di un paradosso.
“Passo nella bocciofila tutto il mio tempo libero, mia moglie lavora e siamo arrivati al punto di dover chiamare la baby-sitter perché io possa prestare servizio. Non vedo più i miei genitori, che abitano a Torino, perché tutti i miei week end li passo a dividere rifiuti nella bocciofila”, ha aggiunto.
Inizialmente il docente aveva aperto una raccolta fondi su Gofundme per ripagarsi le spese legali, adesso ha dirottato l’iniziativa a favore di un’associazione che copre le quote gita degli alunni di una scuola primaria che altrimenti non riuscirebbero a partecipare alle uscite didattiche. “Se sono condannato a perdere tempo oltre al mio lavoro, voglio dare un senso utile”, ha concluso.