Home Politica scolastica Pantaleo (Cgil) insiste: “Chiamata diretta=clientelismo”

Pantaleo (Cgil) insiste: “Chiamata diretta=clientelismo”

CONDIVIDI

Lo scontro sulla figura del “preside-sceriffo” non si placa e – arrivati a questo punto – il tema potrebbe innescare reazioni imprevedibili all’interno delle scuole.

E’ di queste ore l’ennesima dichiarazione di Mimmo Pantaleo, segretario nazionale della Flc-Cgil, che ha ripetuto a Repubblica: “In realtà anche in passato i dirigenti scolastici avevano un ruolo organizzativo, ma con questa riforma si è ecceduto con l’attribuzione di poteri, come quello della chiamata diretta dei docenti appartenenti al bacino territoriale di riferimento (subprovinciale), che rischia di trasformare la scuola in un luogo di clientelismo, se non di enclave di una precisa ideologia, ovvero quella del preside”.
Affermazione che potrebbe apparire quasi offensiva nei confronti di molti dirigenti scolastici (a partire da quelli iscritti allo stesso sindacato di Pantaleo) in quanto sarebbe come dire che i dirigenti sono tutti pronti a violare la legge e lo stesso articolo 97 della Costituzione che stabilisce, come è noto, che l’azione amministrativa deve essere sempre ispirata al principio della imparzialità.
E’ possibile che, alla lunga, questa sottile (ma neppure troppo) accusa che Pantaleo e altri segretari nazionali di altri sindacati del comparto rivolgono da mesi ai dirigenti scolastici finisca per “infastidire” (giusto per usare un eufemismo) molti dirigenti che potrebbero non riconoscersi più nei propri sindacati di riferimento.
Ad avvantaggiarsene sarebbe l’ANP e non è neppure da escludere che la strategia dei sindacati del comparto sia esattamente questa: creare le condizioni per provocare un esodo massiccio di dirigenti scolastici. D’altronde la presenza di dirigenti scolastici nei sindacati del comparto è di per sè una strana anomalia tipica della scuola: è davvero curioso che collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e insegnanti stiano nello stesso sindacato del proprio “datore di lavoro” e della propria “controparte” contrattuale. Anomalia che forse gli stessi sindacati del comparto potrebbero essere interessati ad eliminare.