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Papa Francesco, maestro dell’umanità: il suo testamento pedagogico guida per la scuola del futuro

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L’Associazione Nazionale dei Pedagogisti Italiani esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Papa Francesco, che ha rappresentato per l’intera comunità educante una guida morale, spirituale e pedagogica. Il suo magistero, ricco di umanità e sapienza, ha offerto a docenti, pedagogisti, educatori, famiglie e politici una visione educativa capace di parlare a tutti, credenti e non credenti.

Papa Francesco ha saputo riportare al centro dell’educazione l’essere umano, il cuore, la relazione. Ha restituito al termine “educare” la sua origine più autentica: educere, “tirar fuori”, generare vita. Lo ha fatto con parole semplici e potenti, con gesti silenziosi ma eloquenti, con un lessico educativo profondamente umano: cura, misericordia, tenerezza, ascolto, dignità, fraternità.

Ha rivolto continui appelli affinché l’educazione sia considerata la via maestra per costruire una società giusta, inclusiva, equa. Un’educazione che non si esaurisca nella trasmissione di contenuti, ma che sappia accompagnare, accogliere, generare fiducia. Ha sottolineato, con forza e dolcezza, che ogni bambino ha diritto ad essere ascoltato, accolto, protetto, sostenuto. E ha invitato tutti – docenti, famiglie, governi – a prendersi cura dei giovani e a investire nell’educazione come primo dovere civile.

Con il Patto Educativo Globale, lanciato nel 2019, Papa Francesco ha chiamato l’intero pianeta a un’alleanza educativa trasversale e intergenerazionale. Ha indicato sette impegni pedagogici che oggi rappresentano, per noi professionisti dell’educazione, una vera mappa per il cambiamento: dalla centralità della persona all’ascolto dei giovani, dalla piena partecipazione delle donne all’educazione alla fraternità, dalla cura della casa comune all’incontro tra culture, fino alla formazione di cittadini responsabili e consapevoli.

Il Santo Padre ha indicato nella tenerezza la via più rivoluzionaria per educare. “La tenerezza è la forza dei forti” – ha detto – e da questa forza nasce una scuola nuova, capace di includere senza giudicare, di accompagnare senza imporre, di credere nei tempi e nei talenti di ciascuno. Un’educazione senza cuore, ha più volte ribadito, non è vera educazione.

Come pedagogisti, sentiamo oggi la responsabilità e l’onore di portare avanti il suo messaggio. Le sue parole non sono solo ispirazione: sono un mandato. Ci impegniamo, come ANPE, a tenere viva la sua eredità educativa, traducendola in pratiche quotidiane, in formazione, in ricerca, in presenza attiva nella scuola e nella società.
Con gratitudine e commozione lo ricordiamo con una delle sue più belle frasi, che continuerà a guidarci:
“Educare è un atto d’amore. È dare vita.”

Maria Angela Grassi, presidente nazionale Associazione Nazionale dei Pedagogisti Italiani

L’Associazione Nazionale dei Pedagogisti Italiani esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Papa Francesco, che ha rappresentato per l’intera comunità educante una guida morale, spirituale e pedagogica. Il suo magistero, ricco di umanità e sapienza, ha offerto a docenti, pedagogisti, educatori, famiglie e politici una visione educativa capace di parlare a tutti, credenti e non credenti.

Papa Francesco ha saputo riportare al centro dell’educazione l’essere umano, il cuore, la relazione. Ha restituito al termine “educare” la sua origine più autentica: educere, “tirar fuori”, generare vita. Lo ha fatto con parole semplici e potenti, con gesti silenziosi ma eloquenti, con un lessico educativo profondamente umano: cura, misericordia, tenerezza, ascolto, dignità, fraternità.

Ha rivolto continui appelli affinché l’educazione sia considerata la via maestra per costruire una società giusta, inclusiva, equa. Un’educazione che non si esaurisca nella trasmissione di contenuti, ma che sappia accompagnare, accogliere, generare fiducia. Ha sottolineato, con forza e dolcezza, che ogni bambino ha diritto ad essere ascoltato, accolto, protetto, sostenuto. E ha invitato tutti – docenti, famiglie, governi – a prendersi cura dei giovani e a investire nell’educazione come primo dovere civile.

Con il Patto Educativo Globale, lanciato nel 2019, Papa Francesco ha chiamato l’intero pianeta a un’alleanza educativa trasversale e intergenerazionale. Ha indicato sette impegni pedagogici che oggi rappresentano, per noi professionisti dell’educazione, una vera mappa per il cambiamento: dalla centralità della persona all’ascolto dei giovani, dalla piena partecipazione delle donne all’educazione alla fraternità, dalla cura della casa comune all’incontro tra culture, fino alla formazione di cittadini responsabili e consapevoli.

Il Santo Padre ha indicato nella tenerezza la via più rivoluzionaria per educare. “La tenerezza è la forza dei forti” – ha detto – e da questa forza nasce una scuola nuova, capace di includere senza giudicare, di accompagnare senza imporre, di credere nei tempi e nei talenti di ciascuno. Un’educazione senza cuore, ha più volte ribadito, non è vera educazione.

Come pedagogisti, sentiamo oggi la responsabilità e l’onore di portare avanti il suo messaggio. Le sue parole non sono solo ispirazione: sono un mandato. Ci impegniamo, come ANPE, a tenere viva la sua eredità educativa, traducendola in pratiche quotidiane, in formazione, in ricerca, in presenza attiva nella scuola e nella società.

Con gratitudine e commozione lo ricordiamo con una delle sue più belle frasi, che continuerà a guidarci:
“Educare è un atto d’amore. È dare vita.”

Maria Angela Grassi, presidente nazionale Associazione Nazionale dei Pedagogisti Italiani