
Il Papa Leone XIV, a soli due giorni dalla sua elezione, ha spiegato ai cardinali del Sacro collegio, riuniti nel primo incontro non liturgico, sia la scelta del nome, che vuole richiamare il Leone XIII dell’Enciclica “Rerum novarum” nel contesto della prima grande rivoluzione industriale, sia l’importanza dell’intelligenza artificiale, rimarcando pure la scelta di proseguire sul solco tracciato da Bergoglio che, proprio nel corso del vertice di Davos, sottolineò la necessità di vigilare affinché l’I. A. non esasperi le disuguaglianze economiche e sociali.
“Oggi -ha detto Papa Prevost-, la chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro”.
Ma non solo, ai cardinali ha reso noto che le direttrici del suo pontificato saranno “la verità, la giustizia, la pace e la fraternità” e pure la pietà popolare, la cura amorevole degli ultimi e degli scartati, il dialogo coraggioso e fiducioso con il mondo contemporaneo nelle sue varie componenti e realtà”.
E a proposito della scelta del nome, va pure ricordato che Leone d’Assisi fu il frate che più di ogni altro restò vicino a San Francesco, divenendone il compagno inseparabile e pure il confessore.
Dunque in questo nome, scelto da Papa Prevost pare esserci una doppia vicinanza a Papa Francesco: la prima nei confronti dell’attenzione verso la giustizia sociale, presente nell’Enciclica di Leone XIII, e l’altra nel riferimento a quel Leone da Siena, molto vicino a San Francesco e suggeritore della biografia del Poverello a Tommaso da Celano.