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Pascarella (Flc Cgil), sui precari della scuola il Governo mantenga gli impegni assunti con i sindacati [INTERVISTA]

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Abbiamo avuto la possibilità di ascoltare Manuela Pascarella, responsabile del precariato e reclutamento docenti del centro nazionale Flc Cgil, sulla questione del reclutamento e della stabilizzazione dei precari della scuola. Per la sindacalista della Flc Cgil, che ha seguito in prima persona tutti i passaggi attuativi dell’accordo preso dal Governo sul reclutamento dei docenti della scuola, è urgente dare l’avvio alla stabilizzazione di migliaia di lavoratori precari della scuola.

Intervista a Manuela Pascarella (FLC CGIL)

In queste ore stanno montando sui social le polemiche sul tema del concorso straordinario e  dei PAS, il Movimento 5 stelle con Azzolina, Giuliano e  Granato attacca l’accordo siglato dal Ministro con i sindacati

L’Intesa dell’11 giugno ha come obiettivo la stabilità del personale e la valorizzazione delle competenze dei docenti precari maturate con il lavoro quotidiano all’interno delle scuole, tutti fattori che incidono positivamente sulla qualità dell’istruzione.

Ma i 5 stelle parlano di una sanatoria e associano la qualità del personale alla selezione

 Ma come si fa a parlare di qualità con più di 80.000 cattedre date a supplenza nell’anno scolastico appena concluso? noi guardiamo a quei docenti che già lavorano nella scuola da anni, solo che lo fanno da precari e anche dalla terza fascia. La professione docente è frutto dell’esperienza e della formazione e a ben vedere proprio da questo governo il concorso ordinario che in tanti richiamano quale elemento di qualità è stato spogliato rispetto di qualsiasi portato formativo. Infatti nella legge di Bilancio tutte le risorse previste per il FIT (ed erano diversi milioni di euro) sono state sottratte per fare cassa e dare copertura finanziaria ad altre riforme, come quota 100 e il reddito di cittadinanza.

Il PAS è stato inserito nell’accordo proprio per recuperare l’aspetto della formazione universitaria che costituisce un elemento qualificante per la professione docente, perché si svolge in  presenza, con esami di pedagogia, di didattica, di metodologia dell’insegnamento, laboratori, tirocini e valutazione finale. Nel PAS c’è la selezione, ma c’è anche la formazione di livello universitario.

Però il concorso riservato è circoscritto ai docenti che stanno in terza fascia, per questo alcuni vi accusano di esservi dimenticati dei docenti delle GAE e delle graduatorie dei concorsi precedenti.

 La logica della divisione dei lavoratori e della guerra tra poveri non ci appartiene, ed è stata già alimentata fin troppo negli ultimi anni con l’obiettivo di alimentare ricorsi e distogliere l’attenzione della crescita esponenziale del precariato. Nella proposta originaria che abbiamo presentato al MIUR avevamo previsto che i docenti presenti nelle graduatorie del concorso 2016 e del concorso 2018, che in alcune regioni non hanno tempi lunghissimi per l’accesso al ruolo, potessero presentare domanda per essere assunti in un’altra regione. Quella possibilità per noi resta una strada da sviluppare, anche con emendamenti al testo del decreto. Nelle GAE, che sono state aggiornate quest’anno, una grossa fetta di precariato rimane sull’infanzia, dove non è mai stato promosso un organico di potenziamento e al sud, dove gli organici sono in contrazione. Lì bisogna agire con un’estensione del tempo scuola, e con servizi essenziali come le mense scolastiche. Se passa l’autonomia differenziata questa possibilità la perderemo per sempre e questo è un dramma, perché dalla scuola e dalla conoscenza passa una possibilità di riscatto per il sud.

La tempistica del decreto non darà effetti sul prossimo anno, con che tempi potrebbe sortire risultati concreti

 Se il governo mantiene gli impegni assunti le procedure dovrebbero partire entro la fine del 2019, per poter completare la procedura concorsuale e almeno una prima tranche di formazione entro settembre 2020. Per noi i tempi sono decisivi perché il ricorso alle supplenze sta di nuovo crescendo in modo esponenziale, tanto che la Commissione europea ritorna a minacciare l’avvio della procedura di infrazione.

Quali saranno i numeri del prossimo anno per quanto riguarda le supplenze?

Secondo le nostre elaborazioni i posti da coprire sono più di 120.000, 32.217  sono quelli non assegnati lo scorso anno (a.s. 2018/19), 56.564 sono i posti di organico di fatto e deroghe di sostegno, tutti a supplenza al 30 giugno, 15.371 quelli derivanti dai pensionamenti ordinari,17.807 quelli derivanti da “quota 100”. Per un totale di 121.959 cattedre. Un numero assai più alto di quello autorizzato per le immissioni in ruolo.

Quali saranno le prossime mosse per affrontare questa emergenza?

Martedì abbiamo indetto una conferenza stampa unitaria alle 12.00 a Roma, e abbiamo chiesto un incontro al Premier Conte. Se il governo non assolverà agli impegni presi daremo battaglia, perché quello che abbiamo rivendicato per i lavoratori precari sono diritti essenziali, come essere formati e stabilizzati, non privilegi.