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Patrizio Bianchi sulla dispersione scolastica: non uno di meno. Poi sicurezza e assunzioni

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Non uno di meno, l’espressione che fa da titolo al film Leone d’oro al Festival di Venezia, annata 1999, potrebbe diventare uno dei pilastri della ripartenza della scuola per il neoeletto Ministro all’Istruzione Patrizio Bianchi, che da subito richiama l’attenzione sul problema della dispersione scolastica.

Lotta alla dispersione scolastica

“La scuola deve tornare nel cuore di tutti, soprattutto di chi non va a scuola,” è tra le prime dichiarazioni di Bianchi, che evidentemente ha chiaro il fenomeno della dispersione scolastica, degli abbandoni e delle nuove disuguaglianze conseguenti all’uso, necessario ma critico, della didattica a distanza, soprattutto nella prima fase della pandemia, quando le carenze sul fronte tecnologia e connessioni erano evidenti nel Paese, tali da lasciare indietro le fasce deboli, indigenti, socialmente arretrate della popolazione scolastica italiana. Un dramma cui bisognerà rimediare sin dai primi atti ufficiali del nuovo Ministero.

Sicurezza

E ricorda anche la propria esperienza nella ricostruzione delle scuole post terremoto, il nuovo Ministro dell’Istruzione Bianchi, che nelle due Presidenze Errani e Bonaccini dell’Emilia Romagna, da assessore all’Istruzione, aveva dovuto fare i conti con la sicurezza degli edifici, altra criticità del sistema, sulla quale il neoincaricato dovrà intervenire.

Non a caso, come scrive Repubblica, il Ministro avrebbe detto: “La scuola in sicurezza a partire dalla pandemia e, a continuare, dagli edifici. L’ho imparato la notte del terremoto in Emilia. Quell’esperienza sarà il mio riferimento.”

Assunzioni

Quindi l’organico. Già nel documento presentato alla ex Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina l’estate scorsa, quando Bianchi era membro della task force sulla ripartenza della scuola, Bianchi aveva espresso la volontà di agire con urgenza sull’assunzione di 120 mila insegnanti. Tutto da capire se l’urgenza significhi procedere con un concorso per titoli, così come i sindacati avevano fortemente richiesto alla Azzolina, che preferì, lo sappiamo, il concorso per prove e merito, tuttora fermo (il concorso ordinario, per lo meno).

Un documento, quello della task force, che pare sia confluito parzialmente nel volume Nello specchio della scuola.

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