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Pd: parte la discussione per la modifica della legge sulle pensioni

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“Avevamo chiesto la modifica già nella scorsa legislatura, ma il governo non ha dato risposte”, continuano le due esponenti del Pd. Che poi aggiungono: “La manovra Fornero non ha tenuto conto del fatto che i lavoratori della scuola possono andare in pensione un solo giorno all’anno, il 1° settembre, indipendentemente dalla data di maturazione dei requisiti, per le giuste esigenze di funzionalità e di continuità didattica. Per tener conto di questa specificità – sempre rispettata in tutte le normative in materia pensionistica antecedenti la manovra – la nostra proposta di legge prevede che i requisiti per il pensionamento, previsti dalla normativa antecedente alla manovra Fornero, continuino ad applicarsi ai lavoratori della scuola che abbiano maturato gli stessi requisiti entro l’anno scolastico 2011/2012.
La platea dei beneficiari non supera le 3000 unità tra docenti e personale ATA. Tra loro, diversi hanno intrapreso vie legali ottenendo provvedimenti giurisdizionali favorevoli: la politica non può più ritardare la correzione di un errore già acclarato dai giudici. L’approvazione della norma, oltre a garantire il rispetto della specificità della condizione del personale della scuola e, conseguentemente, l’eguaglianza di trattamento tra tutti i lavoratori in relazione ai requisiti per il pensionamento, consentirà di incrementare le immissioni di docenti giovani all’interno della scuola, riducendo il precariato e contrastando un’anomalia propria dell’Italia che è il Paese europeo nel quale esiste la percentuale più alta di insegnanti di oltre cinquanta anni di età e quella più bassa al di sotto dei trenta”.
Nello stesso tempo, Elena Centemero, responsabile nazionale Scuola del PdL, dopo la risposta avuta dal sottosegretario al lavoro, Carlo Dell’Aringa, nel corso dell’interpellanza parlamentare di oggi, in un comunicato fa sapere: “Chiediamo ai Ministro dell’Istruzione, Carrozza, al Ministro Della Funzione Pubblica, D’Alia, e al Ministro del Lavoro, Giovannini, di riconoscere la specificità del settore scuola e i diritti delle circa 3.500 persone, tra docenti e personale della scuola, che hanno visto sfumare la possibilità di andare in pensione a causa di un errore dell’ex Ministro Fornero. Questa situazione ha creato un contenzioso, con ulteriori costi per lo Stato. Le istituzioni non possono rimanere in silenzio ancora una volta, va riconosciuto il valore di chi lavora nella scuola, luogo di educazione, di cultura e di crescita. Cerchiamo risposte immediate ad un diritto violato”.
Infatti il sottosegretario per il lavoro, Carlo Dell’Aringa, rispondendo alle interpellanze su “Quota 96” poste dalle deputate Elena Centemero(Pdl) e Annalisa Pannarale (Sel), ha detto: “La proposta di reintrodurre la cosiddetta quota 96 sarebbe difficilmente armonizzabile anche con la normativa previgente di cui alla legge n. 247 del 2007, con la quale il legislatore aveva fissato a decorrere dal 2013 la maturazione della cosiddetta quota 97, per l’accesso, appunto, alla pensione di anzianità. “ 
Tuttavia, ha continuato: "Da ultimo, ma non di minore importanza, occorre osservare, in ogni caso, che la proposta in questione, laddove accolta, genererebbe certamente maggiori oneri per il sistema pensionistico che dovrebbero rinvenire adeguata copertura. Tuttavia, per finire, pur non nascondendo l’oggettiva complessità e la delicatezza delle implicazioni recate dalla proposta in questione, avrò cura di esaminare ulteriormente con gli uffici del Ministero che rappresento e con gli uffici del Ministero dell’economia e delle finanze l’effettiva percorribilità della proposta di cui all’atto in oggetto.”
Il governo dunque ancora prende tempo, troppo tempo, e nonostante le assicurazioni che da eminenti esponenti del Pd e del Pdl siano venuti a iosa, troppo a iosa.
E infatti la deputata Centemero non si è ritenuta “soddisfatta della prima parte della risposta, perché, appunto, non riconosce l’importanza, il valore e il ruolo del personale docente, soprattutto all’interno dell’istituzione scolastica. “
E ha pure correttamente aggiunto: “Mi permetto di far presente che, per quanto riguarda il comparto scuola, noi abbiamo una situazione anche di esuberi, oltreché la necessità di inserire dei giovani all’interno dello stesso comparto. Proprio ieri, in audizione in Commissione Affari costituzionali e nell’XI Commissione (Lavoro) il Ministro D’Alia, riferendosi agli esuberi della spending review ha previsto proprio la possibilità di una sorta di prepensionamento, laddove ci sia personale in esubero. Ecco, nel comparto scuola in alcuni casi abbiamo anche questa situazione. “
Incisa e determinata la risposta della Pannarale alle parole del sottosegretario al lavoro:
”Noi di Sinistra Ecologia Libertà vigileremo sull’urgenza di trovare una copertura finanziaria immediata alla soluzione di un diritto violato perché siamo in un Paese in cui da troppo tempo le compatibilità di bilancio stanno regolando tutte le scelte che hanno a che fare con i diritti del lavoro, con i diritti dei servizi di cittadinanza, con il diritto all’educazione, con quello alla salute e alla prevenzione, i docenti portano addosso i segni di quello che è stato il più potente e pervasivo attacco alla Costituzione, alla possibilità di futuro per questo Paese, perché aver scarnificato la scuola, aver aziendalizzato l’università, aver mortificato con il blocco del turn over e con contratti precari e stipendi bassi – che, ricordo, sono i più bassi d’Europa – la classe docente, aver reso sempre più nozionistica la didattica che invece dovrebbe aiutare a dare strumenti per leggere il mondo, per interpretarlo e per cambiarlo in maniera responsabile e consapevole significa aver bloccato questo Paese nell’incapacità di rispondere alle domande del presente e di organizzare una prospettiva di benessere per tutto e per tutti. Allora, appare veramente insopportabile che i docenti e tutto il personale della scuola debbano continuare a subire discriminazioni in questo caso di natura economica, lavorativa e pensionistica, ma anche rispetto alla stessa qualità della vita. La scuola oggi andrebbe risarcita e non penalizzata, la classe docente andrebbe aiutata e guidata verso un rinnovamento e non bloccata a supporto di dati statistici che raccontano di come la nostra classe docente sia la più vecchia d’Europa.
Sappiamo bene che la prima copertura verrebbe dal risparmio ottenuto dall’avvicendamento di questi lavoratori con altri più giovani. Noi vigileremo – lo ribadisco – affinché il Governo possa provvedere in tempo brevissimo a questa copertura per dare ai lavoratori e alle lavoratrici di «quota 96» finalmente una certezza su quello che accadrà loro dal 1o settembre 2013.
Sappiamo che la Commissione sta per incardinare oggi un disegno di legge. Sappiamo che ci sono degli iter da seguire e, allora, chiediamo a questo Governo che si è candidato a dare risposte ai mille rivoli di disagio sociale – prima, devo dire, che venga costretto a far fronte ad altri indennizzi di altri ricorrenti – di considerare quanto sia scarso il tempo utile, magari per una circolare applicativa del MIUR, che vada a correggere quella circolare ministeriale del 12 marzo 2012, spostando la data dal 31 dicembre 2011 al 31 agosto 2012, come prevede la normativa speciale per il comparto scuola. “ 
Giuseppe Grasso, del comitato "Quota 96", è fra l’altro molto critico sulle parole del sottosegrtario e infaffti ci scrive per dirci:
“I giuristi insegnano che una norma generale non può prevalere su una norma speciale – in base al principio Lex specialis derogat generali – e che una legge generale, destinata a una generalità indifferenziata di casi, viene sempre derogata da una legge speciale che tiene conto di situazioni particolari, meritevoli di una disciplina ad hoc. Se così non facesse, la legge generale sarebbe viziata da irragionevolezza e illogicità e quindi incostituzionale. È singolare che il Comparto Scuola, che è sempre stato oggetto di una disciplina speciale in materia previdenziale, venga fatto rientrare nella disciplina generale dalla riforma Fornero senza che nulla sia stato modificato rispetto al passato. Se una legge, come quella che regola il pensionamento del settore scolastico, ha attribuito a un soggetto un diritto soggettivo, un diritto che è entrato a far parte del suo patrimonio giuridico, una legge successiva non glielo può togliere perché si tratterebbe di una situazione sostanzialmente equiparabile ad un esproprio”.
Tuttavia molti del comitato “Quota 96” si chiedono come mai l’interpellanza non sia stata rivolta direttamente alla ministra del Miur, Maria Chiara Carrozza, mentre l’attesa è quella di un decreto legge che ponga fine, risolvendolo in modo definitivo e radicale e al più presto (entro il primo settembre di quest’anno) questo paradossale problema.