Home I lettori ci scrivono Per combattere la dispersione è necessaria una concreta proposta educativa

Per combattere la dispersione è necessaria una concreta proposta educativa

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Nella scuola italiana rimane alto il livello di dispersione scolastica e, secondo l’inchiesta di Repubblica, vi sono settantamila adolescenti borderline che, a livello educativo, nonostante gli ampi sforzi di rinnovamento, evidenziano risultati non pienamente rispondenti alle attese.

Molti studenti a scuola si annoiano, fanno fatica ad integrarsi, a riflettere sulle proprie responsabilità e registrano difficoltà a seguire adeguati percorsi formativi, per avanzare nel cammino di maturazione e di crescita personale.

Emblematico è anche l’episodio della famiglia finlandese, che risuona come un limite e costituisce un indubbio segno negativo.

L’attuale contesto socio-educativo pone, dunque, molteplici interrogativi e necessita di una conoscenza ampia e profonda della vita della scuola e delle sfide più vive che ad essa si pongono.

Benché consapevoli delle fatiche e degli esiti non incoraggianti, occorre, comunque, essere convinti della complessiva validità dei vari percorsi formativi all’interno delle istituzioni scolastiche, riscoprire il valore fondativo di una comune grammatica pedagogica e passare dal periodo delle tante sperimentazioni ad una concreta proposta educativa per tutti che, nel rispetto della varietà dei carismi, sappia far emergere il valore di una scuola seria e autentica.

Ciascun alunno è abitato dal desiderio di riuscire e il suo cuore è capace di aprirsi quando sente parole forti e vere nella sua vita e incontra testimoni autentici, educatori capaci di abbattere gli steccati dei facili pregiudizi e permettere la contaminazione positiva tra culture e stili di apprendimento differenti.

La scuola, attraverso varie forme di coinvolgimento, deve testimoniare un’attenzione particolare nei confronti di ogni ragazzo e ragazza e, in particolare, una vera condivisione con gli ultimi e gli emarginati ed avere gli strumenti e la forza di interpellare le libertà e le responsabilità di ciascuno.

La scuola, infatti, non esiste per se stessa, ma è chiamata a portare la gioia dell’educare e del crescere insieme, ad essere sensibile e accogliente in tutto ciò che essa crede, opera e spera.

In quanto “orizzonte”, essa è, in sintesi, il dinamismo dell’agere vitam, del costruire esistenze capaci di assumere il sapere come unico orizzonte di senso.

Nella scuola qualsiasi attività non può prescindere dal bene già presente, dalla vitalità di una comunità di uomini e donne che, con il loro impegno, danno forza e valore alla funzione educativa che vivono. Nella scuola tutto deve essere esemplare: ragazzi da aiutare, salvare, edificare. Tutto deve risuonare come possibilità di abitare le difficoltà presenti in modo propositivo.

Ovviamente, non si tratta di creare un nuovo modello educativo, che si sostituisce per successione lineare ad altri paradigmi educativi, quanto piuttosto di abbracciare un orizzonte di rinnovamento e integrazione che stimoli a recuperare energie, volontà, freschezza, ingegno, impegno.

Con sempre maggiore convinzione, in un periodo segnato da una evidente crisi sociale, occorre comprendere come annunciare in maniera efficace il valore dell’istruzione, mettersi in ascolto dei problemi e delle attese che vivono oggi tanti giovani, manifestando vicinanza e proponendo loro, in maniera credibile, i caratteri profondamente umanizzanti dell’azione educativa, che non è mai contro qualcuno, ma sempre ed esclusivamente accanto a ciascuno, a favore della persona per il bene di tutta la società.

Le fragilità psicologiche ed affettive di ragazzi feriti nelle periferie geografiche ed esistenziali, l’impoverimento della qualità dei rapporti all’apparenza stabili e normali, lo stress originato dalle abitudini e dai ritmi imposti dall’organizzazione sociale, la cultura di massa veicolata dai media, influenzano e corrodono l’azione di chi, non per mezzo delle parole, ma con la ricchezza della testimonianza, continuamente alimenta e genera itinerari formativi che, con un’attenzione non episodica, impregnano la vita dei ragazzi nei suoi passaggi, nelle sue sfide, nelle sue relazioni ed esperienze.

Nella “modernità liquida” cui nessun Valore sembra assodato, la scuola è luogo di comunione, palestra di relazioni, spazio in cui le diverse generazioni si incontrano, si aiutano e, scambievolmente, si donano nel dialogo.

È nella scuola che si realizza il proprio progetto di vita, che si compie quella circolarità virtuosa tra conoscenza ed esperienza, che aiuta ciascuno a divenire responsabile diretto della propria esistenza.

Occorre, pertanto, dedicare più spazio e tempo per un confronto sulle strutture e gli strumenti di cui le scuole dispongono e, attraverso idonei strumenti metodologici, rispondere alle nuove sfide e garantire a tutti un orizzonte di pari opportunità.

Fernando Mazzeo

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