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Per una scuola efficace, competenza è la parola chiave

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“Sistema educativo di istruzione e formazione” è la denominazione della scuola del 2003 che, nel 2015, è diventata: “Sistema nazionale di istruzione e formazione”.

Il ricorrente termine “sistema” sintetizza la progressiva dilatazione del problema educativo degli ultimi 50 anni: gli insegnamenti hanno perso la loro autonomia per essere collocati all’interno di un coordinato e sinergico flusso di forze, teso al conseguimento del fine istituzionale[1].

L’art.2 della legge 53/2003 identifica l’orientamento del sistema scolastico e lo esprime in termini generali: “È promosso l’apprendimento in tutto l’arco della vita e sono assicurate a tutti pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le capacità e le competenze, attraverso conoscenze e abilità, generali e specifiche, coerenti con le attitudini e le scelte personali, adeguate all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro, anche con riguardo alle dimensioni locali, nazionale ed europea”.

Il comma 7 della legge 107/2015 definisce per elencazione gli “obiettivi formativi ritenuti prioritari”: “Competenze linguistiche”, “competenze matematico-logiche e scientifiche”, “competenze nella pratica e nella cultura musicale” …[2]

“Competenza” è la parola chiave.

La finalità del sistema scolastico è espressa in termini di competenze.

Le competenze possono essere generali o specifiche. Quelle generali costituiscono il traguardo di sistema; le competenze specifiche attengono a una singola disciplina.

Le competenze generali vincolano la progettazione didattica dei docenti[3].

Al Consiglio di classe é delegata la funzione del coordinamento didattico e della realizzazione dei rapporti interdisciplinari: in ambito sistemico costituisce l’organo responsabile del successo formativo[4].

Il suo compito primario è armonizzare i traguardi generali con la specificità della classe con cui interagisce, per progettare percorsi d’apprendimento unitari.

Il Consiglio di classe è l’organo operativo della struttura organizzativa[5]: è sottordinato al Collegio dei docenti che “programma l’azione educativa” per ipotizzare e governare itinerari volti ai traguardi identificati dal Consiglio di Istituto[6].

Il Piano Triennale dell’Offerta Formativa è il programma di lavoro del Consiglio di classe:

Elenca le competenze generali che il dirigente scolastico ha richiesto al Consiglio di Istituto;
Identifica le capacità sottese alle competenze generali[7];
Formula strategie per “programmare l’azione educativa”[8];
Indica modalità e tempi per verificare l’efficacia dell’azione didattica[9].
[1] “Se correttamente interpretate, tutte le discipline curriculari – sia pure in forme diverse – promuovono nell’allievo comportamenti cognitivi, gli propongono la soluzione di problemi, gli chiedono di produrre risultati verificabili, esigono che l’organizzazione concettuale e la verifica degli apprendimenti siano consolidate mediante linguaggi appropriati. Nella loro differenziata specificità le discipline sono, dunque, strumento e occasione per uno sviluppo unitario, ma articolato e ricco, di funzioni, conoscenze, capacità e orientamenti indispensabili alla maturazione di persone responsabili e in grado di compiere scelte”.  CFR  programmi scuola media 1979

[2] Il legislatore confonde i fini con i mezzi: più del 50% dei “traguardi formativi ritenuti prioritari” è sbagliato.

[3] Il Miur nel 2010 ha commesso un duplice errore:

Le indicazioni nazionali non rispettano i vincoli posti dai regolamenti di riordino: l’ordine gerarchico delle norme è stato infranto  [DM<DPR]
Le competenze specifiche sono state stilate indipendentemente dai traguardi indicati dalle competenze generali.

Le competenze specifiche non possono essere definite centralmente perché l’autonomia delle istituzioni scolastiche attribuisce alle singole scuole il compito della loro elaborazione e adozione [progettazione educativa, formativa, dell’istruzione].
[4]  Assegnare premi a docenti privi del mandato conferito dal Consiglio di classe è sintomo dell’assenza della cultura sistemica.

[5] Il T.U. 297/94 disegna una struttura decisionale con organi strategici, organi tattici e organi operativi.

[6]  Il Consiglio d’istituto “elabora e adotta gli indirizzi generali” e li esprime sotto forma di competenze generali.  Norma non scalfita dalla legge 107/2015 che stabilisce: “Il PTOF è approvato dal Consiglio di Istituto”.

[7] Un sottoinsieme: Analizzare   Applicare  Argomentare/Giustificare   Comunicare  Comprendere    Decidere/Scegliere  Generalizzare   Interpretare    Memorizzare    Modellare    Progettare   Relativizzare   Riconoscere    Ristrutturare   Sintetizzare    Sistematizzare   Trasferire   Valutare.

[8] Dal progetto ministeriale Mercurio: “Essenziale costituire un progetto comune cui ciascuna disciplina concorra con la propria specificità di metodi e di oggetti. I principi ispiratori dovrebbero essere quelli di graduare la complessità delle competenze ..”

[9] “Valuta periodicamente l’andamento complessivo dell’azione didattica per verificarne l’efficacia in rapporto agli orientamenti e agli obiettivi programmati, proponendo, ove necessario, opportune misure per il miglioramento dell’attività scolastica” TU 297/94 art. 7 lettera d)