Home I lettori ci scrivono Perché i docenti “esiliati” protestano?

Perché i docenti “esiliati” protestano?

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L’avere un punteggio elevato, pluriabilitazioni e specializzazioni, ha penalizzato soprattutto i docenti del Sud, che hanno “donato” al Centro-Nord i nuovi migranti culturali.

Il fantomatico algoritmo che ha gestito le assunzioni straordinarie, per la c.d. Fase B GaE non ha salvaguardato l’esperienza professionale.

Si parla tanto di valorizzare le competenze, ma di fatto il docente di fisica è stato assunto su informatica, il docente di inglese delle scuole medie su spagnolo alle superiori, il docente di educazione fisica su laboratorio di agraria; il docente di latino e greco, dopo un’esperienza decennale alle superiori, viene “reclutato” alle scuole medie su posto di sostegno, pur avendo richiesto posto comune.

Impossibile rifiutare questo ruolo, pena il depennamento da tutte le graduatorie.

Preciso che l’aver presentato domanda per il piano straordinario di assunzioni non equivale a ALCUNA RINUNCIA ALLE PROPRIE LEGITTIME ASPETTATIVE E DIRITTI relativamente alla esigenza di partecipazione al procedimento e trasparenza delle operazioni di reclutamento, ragion per cui siamo supportati nella nostra battaglia contro le iniquità della Legge 107/2015 da uno dei più grandi costituzionalisti italiani: prof. Alberto Lucarelli ordinario di Diritto Costituzionale alla Federico II.

Chi non conosce la nostra storia ci accusa di volere il posto sotto casa, ma il paradosso è proprio questo!

Fino al 1 settembre 2015 eravamo stabilmente precari nelle nostre province e la sera, a casa, rientravamo dopo aver percorso i nostri bei chilometri giornalieri come qualsiasi altro lavoratore pendolare;

ora, abbiamo un ruolo che ci ha destabilizzati a livello umano, familiare e a livello professionale dal momento che i posti provinciali che ci spettavano di diritto per scorrimento di graduatoria, sono stati assegnati ad altri: a chi abbiamo sempre preceduto per punteggio, a chi ha poca esperienza o non ne ha affatto, agli idonei di un concorso che non era abilitante.

Vorrei ricordare ai colleghi, i quali volontariamente hanno scelto di restare precari, che:

  1. il comma 99 della legge 107/2015, dal momento che ha permesso ai docenti destinatari di una nomina annuale di continuare ad insegnare nella propria provincia nell’a.s.2015/2016, rappresenta una conferma del fatto che, chi ha potuto differire, occupava una posizione maggioritaria in graduatoria;
  2. l’emendamento Puglisi dimostra un minimo tentativo del Governo di rimediare alle ”storture” del piano straordinario, che ha creato disparità di trattamento non solo in fase assunzionale, ma anche di mobilità tra docenti di ruolo assunti nel 2014 e quelli assunti nel 2015, tra gli immessi in ruolo nel 2015 nelle fasi 0, A, B, C da GaE o da Gm. 

Le varie sentenze positive dei tribunali del lavoro e i tentativi di conciliazione dello stesso Miur attestano la veridicità di quanto sosteniamo;

  1. per giurisprudenza continua i movimenti del personale di ruolo hanno precedenza sugli incarichi annuali e ciò che “residua” viene destinato ai contratti a tempo determinato, dunque nessuna “rapina” ai supplenti.
  2. le assegnazioni provvisorie ci sono sempre state in deroga al vincolo triennale, perché legate a motivi familiari/personali e non al servizio: ricongiungimento al coniuge, ai figli, ad un genitore di età superiore ai 65 anni, gravi motivi di salute.
  1. i docenti di ruolo non hanno accesso agli incarichi da Istituto, tramite i quali, chi è rimasto in GaE può continuare a lavorare come ha sempre fatto, ma ancora per 36 mesi (comma 131), limite che ha indotto moltissimi insegnanti, tra i primi in graduatoria, a presentare domanda di “stabilizzazione”, non di assunzione, come previsto dalla Corte Europea.

 

  1. per quanto concerne la continuità didattica, questa non è imputabile alle assegnazioni provvisorie, caso mai ad una pessima gestione delle stesse.

 

  1. in riferimento ai numeri dichiarati dai colleghi rimasti nelle GaE (45.000), forse per creare clamore mediatico, ritengo che siano inesatti poiché un docente di lettere, di lingue, di matematica, come minimo ha due abilitazioni e il titolo di sostegno; ciò significa che sarà presente in più graduatorie.

Faccio un esempio pratico: un docente di greco possiede abilitazioni A052, A051, A050, A043, specializzazione in AD00 e AD02, questo vuol dire che una stessa persona è presente in 6 graduatorie.

 

Lascio a voi le considerazioni, a noi, Comitato 8000esiliatifaseb gae, la virtus di rivendicare quanto ci spettava per ordine meritocratico e tutelare i nostri diritti umani, sociali, civili e professionali.