
Un permesso di soggiorno “a punti” per i minori stranieri che vivono in Italia: a volerla introdurre, a quanto pare, sarebbe la Lega. Già settimane fa il leader Matteo Salvini, come riporta Il Messaggero, ne aveva parlato a proposito degli adulti.
La base normativa
“Come Lega e Governo stiamo lavorando a un permesso di soggiorno a punti, come la patente di guida, così se commetti reati o infrazione ti tolgo i punti e alla fine vieni rispedito nel tuo paese”, queste le parole di Salvini.
Il punto di partenza per il testo, ancora in fase di limatura, è la legge Sicurezza varata nel 2009, su input del leghista Roberto Maroni, al tempo titolare del Viminale. All’interno, il cosiddetto “patto di integrazione”: 16 crediti iniziali attribuiti agli stranieri all’atto della stipula, da incrementare fino a 30 nell’arco di due anni, mediante corsi di lingua, di educazione civica e partecipazione ad attività imprenditoriali. Revoca del permesso ed espulsione, al contrario, in caso di punteggio sceso a zero o mancato rispetto degli obblighi.
Un sistema mai decollato davvero, con perimetro circoscritto dei “destinatari”: coloro che entrano per la prima volta in Italia e presentano una richiesta di permesso di durata non inferiore a un anno, di età compresa tra i 16 e i 65 anni. Ora si vorrebbe estendere la platea, fino ai quattordicenni.
Come funzionerebbe?
Come riporta Fanpage, l’idea riguarda i ragazzi a partire dai 14 anni e si baserebbe su un meccanismo simile a quello già ipotizzato per gli adulti: a ogni titolare verrebbe assegnato un punteggio iniziale, che può aumentare o diminuire in base al comportamento. Attività considerate positive come la frequenza regolare a scuola o la partecipazione a corsi di lingua italiana farebbero sostanzialmente guadagnare punti, mentre infrazioni, comportamenti scorretti o il mancato rispetto di determinati obblighi comporterebbero invece la perdita di punti. Il rischio più grave sarebbe l’azzeramento totale del punteggio, che porterebbe alla revoca del permesso di soggiorno e, di conseguenza, all’allontanamento dal territorio italiano.
La scuola assumerebbe il ruolo centrale: frequenza e rendimento sarebbero tra i criteri decisivi per mantenere il permesso. Ma chi si dovrebbe occupare di assegnare questo punteggio? Ancora non è chiaro.



