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Pittoni non demorde: “proporrò il bonus nella manovra economica”

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In una recente intervista alla Gazzetta di Modena il senatore leghista riafferma perentoriamente la validità della sua proposta, sottolineando come ci sono un mare di insegnanti del Sud che nel 2007 hanno scelto di andare al Nord e ora rischiano di lasciare il posto a chi nel 2007 non ha scelto di trasferirsi ma ha scelto di rimanere dov’era, in linea con l’opzione indicata dalla Legge Fioroni che ha istituito le graduatorie a esaurimento”.

In sintesi la Lega sta solo difendendo quanto espresso nel 2007 dal governo italiano, cioè dal Governo Prodi: essendo indicazioni arrivate dal governo della Repubblica di allora, devono essere mantenute. Non si possono cambiare le carte in tavola.
A suo parere l’inserimento a pettine sta solo incentivando gli insegnanti a spostarsi da una provincia all’altra, in maniera contraria alla politica della continuità.
I punti di permanenza non sono incostituzionali, come da più parti si grida? Per Pittoni la storia dell’incostituzionalità dei punti di permanenza è una panzana. Esistono già i punti in graduatoria per gli insegnanti di ruolo che non si spostano da una scuola all’altra, e non sono incostituzionali. Qualche acuto osservatore insinua poi che i primi a godere del punteggio di permanenza sono i tanti docenti in aspettativa per mandato politico o amministrativo, che maturano punti in graduatoria d’istituto, pur non lavorando mai, per legittimo impedimento, poiché diventati via via amministratori comunali, provinciali, regionali, sindaci, viceministri, senatori. L’ex vice ministro del governo Prodi, Mariangela Bastico, solo per fare un esempio, è prima in classifica in un istituto tecnico commerciale emiliano. Tutto ciò non è, per caso, incostituzionale?