Assumere in ruolo come dirigenti scolastici i presidi incaricati di lunga durata: è questa la nuova strada legale che il Codacons ha intrapreso, rivolgendosi al Tribunale del Lavoro, nelle stesse ore in cui venivano pubblicati gli elenchi ufficiali dei circa 9 mila ammessi alle prove scritte dell’esame per dirigenti scolastici emesso dal Formez (a tal proposito l’Anief ha comunicato che c’è ancora qualche giorno di tempo per ricorrere ed “intercettare la nuova Camera di Consiglio del 6 dicembre” confermando che “le prove scritte sono previste per metà dicembre”).
Secondo l’associazione dei consumatori i presidi incaricati, da almeno tre anni, sono stati del tutto dimenticati dal Miur. Per loro nella fase preselettiva del concorso non è infatti stata prevista alcuna corsia preferenziale. L’esperienza maturata come presidi incaricati verrà considerata solo per coloro che supereranno le prove scritte. E ciò malgrado abbiano “svolto le loro funzioni nel pubblico impiego per anni, senza ottenere nè la ricostruzione della carriera ai fini retributivi e previdenziali, nè tantomeno la stabilità del posto di lavoro”. Per il Codacons siamo di fronte ad una “lacuna organizzativa del Ministero” che “non può essere ripagata in questo modo!”.
I legali dell’organizzazione guidata da Carlo Rienzi sono andati a spulciare quanto prevede il diritto comunitario a proposito della conversione in ruolo dei contratti a tempo reiterati per almeno trentasei mesi. Ma non solo: dei vizi legali sarebbero stati riscontrati anche a proposito dell’organizzazione del reclutamento secondo il principio della non discriminazione e del non abuso del contratto a tempo, nonchè del riconoscimento di tutti i diritti connessi alle mansioni svolte.
Insomma, per il Codacons questi docenti prestati per anni alla funzione di ds avrebbero i requisiti per “predisporre un’azione legale innanzi al Tribunale del lavoro per ottenere (finalmente!) il sacrosanto riconoscimento del diritto all’immissione definitiva in ruolo, con conseguente ricostruzione della carriera ai fini previdenziali, pensionistici, di anzianità e retributivi, e condanna della P.A. al pagamento delle differenze retributive, anche a titolo di risarcimento del danno complessivamente subito, ivi compreso il danno non patrimoniale”.
Motivazioni simili sono alla base del ricorso, sempre del Condacons contro il Miur, presentato per l’assunzione a titolo definitivo di una docente precaria da 24 anni di San Donato Milanese (Milano). La donna, nata nel 1965, ha presentato la domanda per l`inserimento in graduatoria nel 1987. Da allora ha sempre prestato servizio negli istituti scolastici in modo discontinuo, attraverso supplenze e contratti a termine. Oltre all’assunzione definitiva si chiede per lei anche un risarcimento di 40 mila euro. Un’iniziativa, quest’ultima, che rientra nelle circa 2.000 adesioni da parte dei precari della scuola ai ricorsi collettivi promossi dallo stesso Codacons dinanzi ai Tribunali del Lavoro.