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Presidi sul piede di guerra

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A quanto pare nella scuola non c’è nessun operatore contento. E anche i presidi sono da tempo sul piede di guerra. I protagonisti della dirigenza più rognosa e malpagata del pubblico impiego continuano la lotta e per questo il 4 dicembre scorso alcune loro delegazioni, provenienti da tutte le parti d’Italia, hanno manifestato davanti al Miur chiamati a raccolta dalle OO.SS. rappresentative dell’Area V (Anp Cida, Cisl Scuola, Flc Cgil, Snals Confsal e Uil Scuola).
Proteste dovute a una situazione ormai insostenibile. A fronte di carichi di lavoro accresciuti e di responsabilità immense non si registra un adeguato aumento delle retribuzioni. Anzi, per ironia della sorte, gli stipendi sono fermi da oltre cinque anni, quasi sei, anzi sono stati ampiamente decurtati.
I motivi della protesta sembrano essere però molto più ampi del mancato rinnovo del CCNL sia per la parte economica sia per la parte normativa: anche il Fun piange, che eroga il salario accessorio legato alla complessità dell’istituzione scolastica che si dirige e che il Miur ha pensato bene di non finanziare adeguatamente, anzi di decurtarlo rispetto al passato. Insomma a fronte di maggiori carichi di lavoro per scuole complesse e magari in zone a rischio, il compenso economico è inesistente.
Ma il vero punctum dolens è un altro: perché la dirigenza scolastica è valutata in modo difforme da tutte le altre dirigenze ministeriali? E’ noto che un Ds percepisce 55mila euro lordi/anno che è esattamente la metà dello stipendio di un ministeriale di pari grado. La scuola non merità forse attenzione? Nessuno pensa che le presidenze sono fondamentali per il buon andamento educativo, amministrativo e didattico dell’istruzione?
Certo è che la categoria ha complessivamente un danno in busta paga pari a circa 7mila euro/lordi rispetto a due anni addietro, fino ad un massimo di 12mila euro, a seconda della regione di appartenenza.
Al termine della manifestazione, una delegazione è stata ricevuta dal sottosegretario Davide Faraone al quale i Ds hanno spiegato con dovizia di particolari i motivi della lotta. Faraone, dal canto suo,  ha cercato di metterci una pezza, impegnandosi ad aprire un tavolo sul Fun nel pomeriggio di mercoledì 10 dicembre.
Se son rose fioriranno, o sfioriranno chissà…