
Un fatto che sta scatenando polemiche. In una scuola della provincia di Verona, durante la cerimonia di inaugurazione dei lavori di riqualificazione quattro studenti di origine straniera, si sarebbero tappati le orecchie per non ascoltare la benedizione di un prete. A riportarlo Il Giornale di Vicenza.
Il racconto della dirigente scolastica
La dirigente scolastica, dopo aver verificato quanto accaduto, ha annunciato che saranno presi provvedimenti disciplinari nei confronti dei quattro ragazzi. “In occasione della cerimonia avevo ritenuto opportuno invitare i ragazzi delle classi terze della scuola secondaria di primo grado. Durante la benedizione da parte del sacerdote alcuni dei presenti hanno notato che quattro ragazzi si sono tappati le orecchie. Non ho assistito direttamente alla scena, ma il gesto mi è stato riferito da più persone. Si è trattato, a mio avviso, di un comportamento inqualificabile”, queste le sue parole.
Rientrati in classe, la preside ha affrontato subito la vicenda. “Ho convocato gli alunni insieme ai docenti chiedendo chiarimenti. In genere, in situazioni simili, si tende all’omertà. Invece, in questo caso, i compagni stessi hanno incoraggiato i diretti interessati a spiegare e a fornire una motivazione. I ragazzi hanno riferito di essersi tappati le orecchie perché, secondo la loro fede religiosa, ascoltare la benedizione del prete cattolico andrebbe contro i principi del loro Dio”.
“Questo, pur nella sua gravità ha comunque permesso un confronto positivo, in quanto gli studenti non hanno negato l’episodio, ma hanno fatto emergere la verità. La nostra scuola ha sempre operato nell’ottica dell’integrazione e della convivenza pacifica tra diverse confessioni religiose e continuerà a farlo, ma non devono mai venire meno il rispetto reciproco e la tolleranza, valori fondamentali sanciti dalla Costituzione italiana e dalle regole che disciplinano il vivere civile”. La dirigente conferma che la scuola li sanzionerà “poiché si è trattato di una mancanza di rispetto verso la religione cattolica”.
Le critiche
Sul caso è intervenuto anche il sindaco, presente alla cerimonia, che ha definito il gesto “grave e irrispettoso”. “Offende la nostra fede cattolica. Il rispetto è alla base della convivenza civile, ma deve essere reciproco. Confido che i provvedimenti annunciati dalla dirigente servano da esempio, affinché simili episodi non si ripetano”.
Sul tema, come riporta Il Giornale, si è esposta anche l’onorevole Anna Maria Cisint, esponente al parlamento europeo per la Lega, che con una nota ha dichiarato che “se qualcuno non sopporta le nostre tradizioni e la nostra cultura fortemente ancorata a radici cristiane, allora è meglio che torni a casa sua”.
“Abbiamo scritto alla preside – dichiara Roberto Grendene, segretario dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar) – per ricordarle che la scuola è laica e che è illegittimo prevedere atti di culto in orario di lezione. Ci auguriamo che ritratti prontamente l’accusa di ‘comportamento inqualificabile’ e la minaccia di provvedimenti disciplinari a carico di studenti che hanno semplicemente provato a non ascoltare preghiere e benedizioni. A ben vedere se c’è qualcuno da sanzionare, si dovrebbe guardare al vertice dell’istituto”.
“Il sindaco – sottolinea Cristina Righetti, coordinatrice del Circolo Uaar di Verona – dimentica che la religione di Stato è stata abolita nel 1984 e che nel suo ruolo istituzionale dovrebbe rappresentare tutta la cittadinanza, inclusi i sempre più numerosi non credenti e i fedeli di religioni diverse dalla cattolica. Incommentabile il richiamo a punizioni esemplari da infliggere a ragazzi che si sono limitati a dissentire in modo civile e non violento rispetto a imposizioni identitarie che non possono e non devono trovare spazio nella scuola pubblica”.




