
Avviato proprio oggi il Tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo, in attuazione della legge 17 maggio 2024, n. 70, e del decreto ministeriale del 18 novembre 2024, su impulso del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, e del Ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Maria Roccella.
E ancor di più, oggi, guidati da una compagine governativa che rinnega la formulazione del sesso negli atti pubblici, non tollera gli alias nei registri scolastici, apprezza solo i rapporti sessuali secondo natura (come se essere diverso non sia frutto della natura stessa), si inalbera se a scuola si accenna al gender, abborrisce l’educazione sessuale-sentimentale- affettiva, adducendo mille inghippi per non far passare una legge attesa da anni, ma accusa i partiti politici e coloro che sono a favore di tutte queste proposte, comprese molte associazioni culturali e umanitarie, di strumentalizzazione.
L’ultimo accadimento afferrato come strumentale per accattivarsene la simpatia, e dunque i voti delle persone gender, diffondendone magari, viene detto, la “pratica” tra minorenni, ha riguardato le pagine del libro di Veltroni, nel quale è bastato leggere che un bambino andava a scuola con le scarpe da donna, a sollevare un polverone da parte di esponenti della destra al governo. I quali, senza nemmeno leggerlo, hanno chiesto una ispezione, nell’istituto dove è stato regalato agli alunni, da parte del ministero della Istruzione, lo stesso che ora ha avviato il tavolo tecnico contro il bullismo che colpisce tropo spesso proprio i diversi, coloro che una mattina, come il kafkiano Samsa, si svegliano senza un motivo e senza colpa, scarafaggi.
Allora, la riflessione è: come si fa prevenzione e contrasto al bullismo, se poi faccende tanto delicate, come quella legate alle persone LGBTQIA+, sono viste senza il dovuto approccio umano e culturale adeguato al problema? Che diventa tale, un problema cioè, perché una certa cultura tale lo vuole, dal momento che coglie tutte le occasioni per demonizzarlo.
È giusto quanto afferma il ministro nel promuovere “la cultura del rispetto tra i giovani per tutelare la dignità di ogni persona nonché la salute psicologica delle studentesse e degli studenti”, ma agli effetti pratici, quando si avverte “fumus” di unioni omosessuali, di ragazzi e amori gender, immediata arriva, e il generale eletto dalla Lega al parlamento europeo ne è l’esempio, lo sberleffo e l’invettiva. Che poi sono ripresi dai ragazzi e da loro amplificati, sentendosi dunque in diritto di bullizzare chi già la natura ha bullizzato.
E dunque, il ministro, che è esponente di primo piano della Lega e di questa coalizione di destra, dovrebbe quantomeno aprire un tavolo di confronto sul tema della sessualità e della affettività a scuola e pure su questo frastagliato mondo LGBTQIA+, oltre che coi suoi compagni di viaggio, anche con l’universo mondo.