Home Didattica Professioni tecniche: la crisi orienta verso nuove forme di aggregazione

Professioni tecniche: la crisi orienta verso nuove forme di aggregazione

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Una ricerca svolta da AlmaLaurea, il Consorzio interuniversitario a cui aderiscono 65 atenei, circa l’80% del complesso dei laureati italiani, ha effettuato una specifica indagine sui delegati iscritti all’albo del Congresso straordinario dei Periti industriali . L’obiettivo della rilevazione, condotta via web nel mese di ottobre e con un tasso di risposta del 56%, è stato quello di conoscere le caratteristiche della professione svolta dai circa 600 professionisti delegati scelti in ogni collegio d’Italia. Secondo la rilevazione quasi il 40% dei delegati lavora nel settore dell’edilizia, il 20% nell’industria manifatturiera, il 9% nel settore della consulenza, con ovvie differenze a seconda del campo di attività tecnica di iscrizione all’albo. Infine l’89% è impegnato nel settore privato, mentre solo il 9,1% in quello pubblico.

Caratteristiche dell’attività professionale. Il 96% dei delegati possiede la partita iva, ma ciò che colpisce di questa parte di rilevazione è che i periti industriali, pur prediligendo ancora, come la maggior parte dei professionisti italiani, la forma di studio individuale (che riguarda il 72% dei titolari o soci) si sta orientando verso nuove forme di aggregazione. Dai numeri di AlmaLaurea, riportati in un comunicato stampa del Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali laureati, si evidenzia, infatti, una crescita degli studi professionali associati (19%) e del nuovo modello rappresentato dalle Società tra professionisti che, pur essendo ancora lacunoso nella sua normativa fiscale e previdenziale, è stato scelto da 7 delegati sui 322 che hanno risposto all’indagine. A privilegiare l’utilizzo delle nuova disciplina messa in atto con il governo Monti a fine 2012 soprattutto i delegati compresi tra i 56 e i 65 anni.