
Il rispetto per la figura dell’insegnante, come pure il suo prestigio sociale, si misura pure dalla forma e da come ci si rivolge nei suoi confronti: a ribadire il concetto è stato il ministro dell’istruzione e del Merito Giuseppe Valditara caldeggiando l’uso della “M” e della “P” maiuscole per “maestro” e “professore”.
Nel corso di una visita all’Istituto da Vinci di Limatola, in provincia di Benevento, rivolgendosi agli alunni e ai docenti, il titolare del Mim ha detto che “la funzione della scuola è quella di essere un centro capace di moltiplicare lo sviluppo dei territori ma anche capace di dialogare con le comunità per vivificarle, perché la scuola è il centro di una comunità”.
Valditara ha quindi ricordato “i tempi in cui gli insegnanti” avevano certamente più autorevolezza di oggi, perchè “venivano qualificati con un nome che iniziava sempre con una maiuscola. Il signor maestro, la signora professoressa, con la P maiuscola, con la M maiuscola, proprio perché gli insegnanti erano il centro di una comunità, perché si riconosceva loro un ruolo fondamentale nella crescita dei nostri giovani e quindi di una comunità. Dobbiamo tornare a dare valore e centralità nella nostra società agli insegnanti e alla scuola italiana”.
Quindi, il Ministro si è compiaciuto perché alla scuola visitata sono state destinate “170mila euro contro la dispersione scolastica. Noi – ha sottolineato – vogliamo valorizzare i vostri talenti perché sono espressione di tante intelligenze diverse, con una didattica che sempre più sia orientata a mettere al centro la persona perché questa è la scuola costituzionale”.
“Siate orgogliosi di appartenere a una regione, la Campania, dove è nata la civiltà dell’Occidente. Siate orgogliosi di questo perché – ha concluso Valditara – sapendo essere orgogliosi della vostra identità e del vostro passato, troverete anche le energie per costruire un grande futuro”.
Già alcune settimane fa, a metà marzo, il ministro Giuseppe Valditara aveva speso parole positive per il rispetto della lingua italiana e il ripristino di una regola importante con una circolare che vieta l’utilizzo dell’asterisco e dello schwa.
Il Ministro aveva condiviso l’opinione della Crusca, sottolineando che tali forme non appartengono alla lingua italiana, e anche auspicato in quell’occasione le iniziali maiuscole nel citare professori e maestri.