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Professori “promossi” a impiegati che inseriscono dati

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Restituire dignità professionale ai docenti significa occuparsi di loro anche dal punto di vista psicologico. Il docente ha bisogno di essere apprezzato, stimato per il valore intellettuale che rappresenta  e non può essere umiliato e degradato a svolgere obbligatoriamente e gratuitamente  mansioni  burocratiche come quella di inserire in una maschera elettronica migliaia di dati  dei test Invalsi. Infatti l’Invalsi ha predisposto un file di excel con delle macro attive che funzionano solo con il software Microsoft, obbligando di fatto i docenti di Italiano, matematica e le maestre nelle scuole elementari ad eseguire un massacrante inserimento dati  delle risposte del test di Italiano, matematica e il questionario dello studente per le scuole secondarie.
Si tratta di una vera e propria molestia burocratica che vede i docenti di ambito impegnati ad inserire dati per molte ore.
Questo è veramente assurdo, si utilizzano gli intellettuali come se fossero dei semplici impiegati per inserire anche più di 2000 risposte  dei quiz Invalsi sostenuti dai propri studenti.
Nel sito dell’Invalsi c’è scritto a chiare lettere che  i docenti di ambito provvedono alla correzione delle domande a risposta aperta. I docenti della scuola provvedono a riportare le risposte fornite dagli allievi sulla maschera elettronica. Le predette maschere sono inviate all’INVALSI mediante upload sul sito dell’INVALSI stesso, secondo un calendario regionale.
Tutto questo lavoro non è assolutamente riconosciuto sul piano economico e mortifica un’altra volta alcuni docenti che oltre a queste incombenze, hanno compiti in classe da preparare e correggere.
Il ministro Stefania Giannini parla tanto di restituire dignità professionale ai docenti, ma nulla ha fatto di concreto per evitare tali stress alle maestre e ai prof di italiano e matematica. Perché l’operazione dell’inserimento dati  nella maschera elettronica non viene fatto dagli stessi operatori Invalsi che tra l’altro sono anche stipendiati? Perché il ministro Giannini non fa svolgere tali test direttamente on line a tutti gli studenti, in modo da avere in tempo reale dati e risultati, evitando un super lavoro massacrante ai docenti? Sarebbe opportuno che l’Istituto Nazionale di Valutazione si modernizzi, progettando sistemi di  rilevazione statistica più evoluti e al passo con i tempi, in modo da automatizzare le prove Invalsi evitando una molesta e mortificante vessazione burocratica ai danni degli insegnanti.
In ultimo oltre il vetusto meccanismo di somministrazione e rilevazione dei dati non sono sfuggiti nemmeno alcuni strafalcioni nei test Invalsi, che denotano la fragilità del sistema valutativo. Infatti ad esempio in uno dei test di matematica rivolto alle classe seconde c’era scritto : “Marco afferma che, per ogni numero naturale n maggiore di zero…………………………” , gli alunni esterrefatti  hanno domandato : “ quali sono i numeri naturali minori di zero?”
I docenti hanno risposto: “In Italia i veri sapienti sono trattati da impiegati e i falsi intellettuali invece elaborano i test Invalsi, ma non preoccupatevi i numeri naturali sono ancora solo positivi sempre se l’Invalsi non abbia deciso il contrario”.  La preghiera che gli insegnati fanno al ministro è quella di restituire ai numeri naturali la loro dimensione principale e ai docenti l’onorabilità di uomini e donne di puro intelletto.