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Profumo? È come la Gelmini

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Il cambio di guardia a capo del Dicastero di viale Trastevere non produrrà alcuna “sterzata”. Anzi, si può dire che l’attuale ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, continuerà ad operare nel solco tracciato dal suo predecessore. E questo semplicemente perché diverse delle decisioni strategiche prese da Mariastella Gelmini sono state in qualche modo già approvate dallo stesso Profumo.
Ad essere convinta che almeno per il prossimo anno e mezzo il destino di Scuola, Università e Ricerca non comporterà scossoni è l’Andu, l’associazione nazionale docenti universitari. L’organizzazione che difende gli interessi dei professori accademici prende come esempio il discusso iter di approvazione della riforma universitaria (giunto a compimento, tra le proteste di studenti, docenti, ricercatori e cittadini comuni esattamente un anno fa): secondo l’associazione,
Francesco Profumo “è sempre stato consultato” dal precedente Ministro, “che invece – sottolinea l’Andu – non ha dato nessuno ascolto alle decine di migliaia di studenti e alle migliaia di docenti che si sono opposti alla ‘sua’ legge e che non ha mai consultato le Organizzazioni universitarie rappresentative di tutte le componenti universitarie”.
L’associazione ha fatto anche notare come in altri Paesi le proteste di piazza lascino ben altri segni rispetto a quello che avviene in Italia: proprie in queste ore le agenzie di stampa hanno diramato la notizia che in Cile le contestazioni degli studenti hanno portato alle dimissioni di un altro ministro dell’Istruzione. Felipe Bulnes ha dichiarato di avere lasciato il posto per motivi personali e sarà rimpiazzato dall’economista Harald Bayer. È il secondo ministro dell’Istruzione a dimettersi da quando il presidente Sebastian Pinera ha preso ufficio, nel marzo 2010. Aveva preso il posto di Joaquin Lavin a luglio, due mesi dopo l’inizio delle proteste.
Per dare ulteriore linfa alla sua teoria, l’Andu ha ripreso alcune dichiarazioni rilasciate da Valentina Aprea (Pdl), presidente della Commissione Cultura della Camera, ad una rivista on line un paio di settimane fa: in effetti, scorrendo l’intervista emerge che rispetto alla Legge ‘Gelmini’, qui intesa come riforma universitaria, l’Aprea ha confermato che Profumo “è sempre stato consultato in merito al suo impianto, di cui ha contributo fattivamente a impostare i principi”.
L’on. Aprea ha aggiunto che Profumo è stato sempre in sintonia con il precedente ministro Gelmini; sintonia “testimoniata dal fatto che è stato proprio l’ex ministro a indicarlo per la presidenza del Cnr”. La parlamentare del Pdl ha anche detto che “nel caso della riforma dell’Università, bisogna ricordare che il professor Profumo ne è stato uno dei promotori e che da rettore del Politecnico di Torino, che è una delle eccellenze italiane, è sempre stato consultato in merito al suo impianto, di cui ha contributo fattivamente a impostare i principi”. La conclusione è d’obbligo: alla luce di questi antefatti, come si può pensare che il Governo Monti possa sovvertire, nei prossimi 18 mesi di probabile mandato, quanto realizzato in tre anni e mezzo dall’ultima legislatura di Berlusconi nei comparti Istruzione, Università e Ricerca?