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Prove Invalsi, come si combatte il fenomeno cheating

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Al fine di prevenire comportamenti scorretti da parte degli studenti o degli insegnanti (cheating), i fascicoli delle prove INVALSI sia di Italiano sia di Matematica sono stati predisposti in cinque versioni differenti: per ciascuna domanda a scelta multipla le opzioni di risposta sono state disposte in ordine diverso e, per quanto riguarda le prove di Matematica, sono state anche ruotate le domande relative ai vari ambiti di contenuto.

I risultati delle classi campione non rivelano la presenza di distorsioni rilevanti dovute a cheating, tranne che per quanto riguarda la terza secondaria di primo grado ( Nelle classi campione della terza secondaria di 1° grado, poiché le prove INVALSI fanno parte dell’esame di licenza media, non è presente l’osservatore esterno, i cui compiti sono demandati al presidente della Commissione d’esami ).

Una correzione per il cheating verrà effettuata su base più diffusa prima di restituire alle singole scuole i loro dati. Si ricorda che le procedure di correzione del cheating sono state riviste nel 2013 e sono oggetto di costante affinamento.

La metodologia seguita tiene conto della differenza che comunque permane nel pattern dei risultati tra classi campione – La procedura sostanzialmente si basa sui seguenti passi:

  • i dati grezzi di ciascuna classe vengono esaminati sulla base di 4 indicatori (media e variabilità dei risultati all’interno della classe, grado di omogeneità del pattern delle risposte e risposte omesse) che consentono di fornire una prima misura della presenza di anomalie
  • Sulla base dei dati delle classi campione si stimano dei modelli di regressione esplicativi della media e della variabilità interna dei risultati di ogni classe, dove le covarianti sono, in prevalenza, variabili relative alla composizione della classe medesima.