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Prove Invalsi, docenti dicono agli alunni di non farle: “Fonti di ansia, non sapreste affrontarle”, la denuncia di un genitore

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Come abbiamo scritto, da oggi, 12 maggio, fino al 30, si svolgeranno le Prove Invalsi per gli studenti del secondo anno delle scuole superiori. La scorsa settimana è toccato invece agli alunni di seconda e quinta primaria.

Come riporta il giornale locale Sardinia Post, in una scuola primaria del cagliaritano alcuni docenti avrebbero consigliato ai bambini di non svolgerle. Addirittura un genitore contrariato avrebbe inviato una lettera alla stampa denunciando la situazione, spiegando che alcune insegnanti avrebbero sconsigliato agli alunni di presentarsi alle prove, definendole fonti di ansia e sostenendo che “non sarebbero stati in grado di affrontarle”.

La lettera anonima

“Le maestre hanno detto ai bambini che c’era la possibilità di non presentarsi e che il giorno dopo non ci sarebbe stata scuola a causa dello sciopero”, si legge nella lettera. “Trovo profondamente inappropriato che si instilli nei bambini l’idea che possano scegliere se affrontare o meno un impegno come un test o la frequenza scolastica – scrive in forma anonima -. Si crea un precedente dannoso per la loro crescita e responsabilità. Anziché supportarli nel gestire eventuali difficoltà, si alimentano paure inesistenti e si trasmette un messaggio di deresponsabilizzazione”.

“È un atteggiamento diseducativo. L’ansia al bambino la metti tu, insegnante, in questo modo. Mio figlio deve pensare di poter superare ogni test. Se si mina ora la loro autostima, è un grave problema. Tutti o quasi tutti i genitori hanno lamentato questo episodio: non ci si aspetta dagli insegnanti un comportamento simile, soprattutto a spese dei bambini”.

Le parole del dirigente scolastico

I genitori però non si sarebbero rivolti al dirigente scolastico e nemmeno confrontati con gli insegnanti. Lo confermano le parole del dirigente scolastico dell’Istituto: “Non ne ero a conoscenza – ha confermato a Sardinia Post – , ma posso dire che si tratta di un comportamento non corretto, sia da parte degli insegnanti che da parte del genitore. Quest’ultimo avrebbe dovuto seguire l’iter ordinario e segnalare la cosa direttamente a noi. In ogni caso, se le cose sono andate davvero così, si tratta di un comportamento professionalmente scorretto e anche perseguibile disciplinarmente. Verranno presi i provvedimenti del caso, qualora si riscontrassero violazioni effettive”.

Il dirigente sottolinea che il malessere verso i test Invalsi esiste, soprattutto nella scuola primaria, dove spesso “il materiale arriva in ritardo e le prove non sono riconosciute come attività valorizzante per il personale docente”.

“Non è una motivazione sufficiente per far desistere gli alunni – continua -. Tutte le prove generano ansia. Ma gli Invalsi servono proprio a capire dove intervenire per migliorare. Non far venire i ragazzi a scuola non è mai la strada giusta. È dovere dell’insegnante accompagnare gli alunni nel modo più sereno possibile”.

Alla domanda sul motivo per cui non si sia deciso di rivolgersi direttamente alla scuola, il genitore ha spiegato: “Non voglio parlare e dare altre informazioni perché è un qualcosa che è già successo. Ci sono state lamentele analoghe qualche anno fa e il dirigente si era schierato con le maestre, sempre per la questione Invalsi. Chi si è poi lamentato maggiormente è stato deriso pubblicamente e ha abbandonato la scuola. Abbiamo già provato a parlare ma non si risolve niente. Non faremo alcun appello perché siamo soli”.