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Psicologo a scuola, studenti incontrano il MIM: “Servono risposte concrete, non solo promesse”

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Oggi, lunedì 14 aprile, a Roma, una delegazione della Rete degli Studenti Medi ha incontrato il Ministero dell’Istruzione per discutere il progetto sperimentale previsto dalla legge di bilancio, che stanzia 10 milioni di euro per attivare presidi psicologici in alcune aree del Paese.

Una misura importante ma, secondo la Rete, ancora troppo vaga e con risorse insufficienti. “Siamo consapevoli che il fondo previsto non basta, ma abbiamo chiesto che il progetto rispecchi davvero i bisogni della comunità studentesca”, ha dichiarato Camilla Velotta, dell’Esecutivo Nazionale.

Gli studenti chiedono che i presidi siano gestiti da team multidisciplinari, capaci di intervenire tempestivamente nei casi di disagio. Ma non basta: serve anche un impegno concreto sulla prevenzione, con percorsi continuativi di educazione alla salute mentale e al benessere.

Fondamentale, per la Rete, è che il servizio sia accessibile direttamente nelle scuole, per garantire prossimità e continuità. E che la privacy degli studenti minorenni venga tutelata, inserendo nel patto di corresponsabilità scolastico anche il consenso familiare alla partecipazione ai percorsi, se necessario.

Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete, ha sottolineato che il progetto è ancora in fase preliminare. “Non sappiamo ancora come verrà realizzato, ma pretendiamo che le priorità siano chiare: bisogna agire nelle zone con più alta dispersione scolastica, dove la scuola rischia di perdere il suo ruolo di riferimento”.

Il confronto con il Ministero proseguirà, ma gli studenti non escludono ulteriori mobilitazioni. “Non ci fermeremo”, conclude Notarnicola. “Continueremo a scendere in piazza finché non ci saranno investimenti stabili per garantire un vero diritto alla salute mentale, libero e gratuito per tutti gli studenti”.