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Punteggio doppio per chi insegna in montagna e nelle piccole isole

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Incentivi economici e punteggio raddoppiato per i docenti che accettano di andare ad insegnare in aree disagiate: lo prevede un disegno di legge firmato dalle deputate del PD Alessandra Siragusa e Caterina Pes che nei prossimi giorni verrà esaminato dalla Commissione Cultura della Camera.
Il provvedimento riguarderà le scuole situate nelle isole minori oppure in Comuni al di sopra dei 1.000 metri di altitudine. Il limite è stato posto per evitare rischi di illegittimità costituzionale: infatti nel 2004 la Corte aveva bocciato una norma che consentiva di raddoppiare il punteggio dei servizi prestati in scuole di “montagna” (in tal modo però veniva premiato anche il servizio svolto in cittadine non propriamente disagiate ma collocate oltre i 600 metri di altitudine).
Il disegno di legge prevede il raddoppio del punteggio per il servizio prestato nelle pluriclassi dei territori disagiati ma anche appositi incentivi economici che dovranno essere definiti per via contrattuale.
Chi accetterà di insegnare nelle isole minori avrà anche diritto a tariffe agevolate nell’uso dei mezzi di trasporto.
Il Ministero dovrà poi destinare specifiche risorse per l’acquisto di attrezzature tecnologiche da installare nelle scuole di montagna o delle piccole isole.
Ma il disegno di legge prevede misure incentivanti anche per il personale precario che, se dimostrerà di essere residente nel territorio interessato, avrà precedenza assoluta nell’assegnazione delle supplenze.
Dove verranno reperite le risorse finanziarie per dare attuazione alla legge ?
L’articolo 8 è chiarissimo: “All’onere derivante dall’attuazione della presente legge si provvede a carico degli stanziamenti relativi alla copertura della spesa per il personale del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca”
In altre parole gli incentivi per i docenti verranno ricavati dall’attuale fondo di istituto, mentre per l’acquisto delle attrezzature tecnologiche si dovrà fare riferimento alle risorse ordinarie per il funzionamento, ridotte ormai ad una manciata di spiccioli.
L’intento delle due parlamentari del PD è certamente nobile, ma è legittimo nutrire seri dubbi sulla effettiva realizzabilità del progetto.