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Quando i principi universali superano la burocrazia: il Tribunale boccia la Buona Scuola

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La professoressa, prima che una lavoratrice, è una mamma.

Questo è, in estrema sintesi, quello che emerge dalla sentenza emessa dal Tribunale di Pistoia con un’ordinanza del 10 marzo su un caso di una docente che doveva accudire la figlia malata.

Il Miur deve collocarla nel posto migliore affinché possa adempiere alla sua funzione familiare.

Lo riporta Italia Oggi segnalando il caso di un insegnante calabrese costretta a prendere servizio. La presenza di una figlia, afflitta da una grave malattia neurologica, “orientava il giudice a ravvisare la precisa sussistenza del periculum in mora nel rischio dell’infante ad esser privata della madre nel suo ambiente”.

La bambina, affetta da malattia, ha bisogno della madre perché in questa situazione la presenza della genitrice può essere per la piccola vitale sia dal punto di vista psicologico che fisico. Dunque la magistratura ha così anteposto valori costituzionali e principi universali su impostazioni burocratico-amministrative.

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