
Gli studenti eccellenti sono in calo: a dirlo senza mezzi termini il Rapporto Nazionale INVALSI 2025 presentato oggi, 9 luglio, alla Camera dei deputati, presso l’Aula dei Gruppi parlamentari, alla presenza del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, del presidente INVALSI Roberto Ricci.
Un sistema scolastico di successo è quello che si prende cura sia dei giovani a rischio di insuccesso scolastico (fragilità) sia dei tanti talenti che possono fiorire al suo interno (eccellenze). I dati sugli apprendimenti forniti da INVALSI permettono di monitorare scientificamente questo fenomeno, passando dalle intenzioni alla verifica degli esiti e degli effetti.
Andamento della fragilità
Al termine del primo ciclo d’istruzione (Grado 8), gli studenti e le studentesse in condizione di fragilità negli apprendimenti sono in calo nel tempo.
Tuttavia, questo calo è trascinato soprattutto dai buoni risultati di Inglese.
È necessario concentrare ulteriori sforzi sull’Italiano e la Matematica per ridurre la fragilità in queste discipline.
A livello dell’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado (Grado 13), nel 2025 si registra un leggero aumento della dispersione scolastica implicita rispetto al 2024, ma il trend di medio periodo resta in calo, in particolare nel Mezzogiorno. Questo avviene in un contesto in cui il sistema scolastico è diventato più efficace nel portare i giovani al diploma, accogliendo una popolazione studentesca via via più eterogenea e fragile.
La sfida dell’eccellenza
A fronte di una sostanziale tenuta degli esiti degli allievi/delle allieve più fragili, emerge un calo delle eccellenze.
Questo suggerisce la necessità di una nuova linea di intervento per sostenere gli allievi/le allieve con risultati migliori, soprattutto dove ce ne sono meno.
Relazione tra fragilità, eccellenza ed equità:
L’analisi congiunta di fragilità ed eccellenza evidenzia situazioni molto diverse tra le regioni italiane.
La vera equità e inclusività di un sistema scolastico si realizza quando i risultati medi sono alti e vi sono limitate differenze di esito tra gli allievi/le allieve più fragili e i più bravi/e.
Nelle prove di Italiano per il Grado 8 e Grado 10, le prove mettono in guardia dall’idea che si possa migliorare l’equità abbassando i livelli di risultato. Similmente per la Matematica al Grado 10.
Alcune regioni (ad esempio, la Provincia Autonoma di Trento) riescono a garantire simultaneamente esiti medi elevati e una moderata differenza tra gli individui.
Altre regioni (come Sicilia, Campania, Calabria e Sardegna per Italiano Grado 13) si trovano in difficoltà su entrambe le dimensioni: bassi risultati medi e forte differenza di esiti tra gli allievi/le allieve (polarizzazione).
Per la Matematica al Grado 8, le regioni con esiti medi elevati spesso mostrano anche una maggiore polarizzazione degli esiti, indicando la necessità di allargare la quota di allievi che ottengono buoni risultati. Similmente per il Grado 13, la Campania è notata per risultati medi tra i più bassi e una forte polarizzazione.
Anche per le prove di Inglese (Reading e Listening), pur con esiti buoni, nelle situazioni più complesse si evidenziano importanti fenomeni di polarizzazione tra allievi con risultati molto buoni e coloro che conseguono risultati più bassi.
I numeri
Le prove INVALSI 2025 hanno interessato complessivamente circa 2.555.000 studenti e studentesse. Le classi coinvolte sono state la II e V della scuola primaria (Grado 2 e Grado 5), la III della scuola secondaria di primo grado (Grado 8), e la II e l’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado (Grado 10 e Grado 13).
In particolare:
- 960.000 alunni/e della scuola primaria (classi II e V)
- 550.000 studenti/studentesse della scuola secondaria di primo grado (classe III)
- 547.000 studenti/studentesse della classe II di scuola secondaria di secondo grado
- 514.000 studenti/studentesse dell’ultimo anno di scuola secondaria di secondo grado.
La partecipazione è stata molto elevata: 98,52% per la scuola primaria, 99,63% per la secondaria di primo grado, 91,95% per la II classe di secondaria di secondo grado e 96,87% per l’ultimo anno. Sono state somministrate oltre 2.500.000 prove cartacee e circa 5.100.000 prove computerizzate (CBT). Le materie delle prove includevano Italiano e Matematica per la II primaria; Italiano, Matematica e Inglese per la V primaria, la III secondaria di primo grado e l’ultimo anno della secondaria di secondo grado; e Italiano, Matematica e Competenze Digitali (queste ultime solo per le classi campione) per la II secondaria di secondo grado.

Dispersione scolastica in calo, ma c’è un problema
Un dato estremamente positivo è la costante e forte riduzione della dispersione scolastica esplicita (ELET), che ha avuto un’evoluzione molto positiva. L’Italia ha raggiunto l’obiettivo del PNRR per il 2026 (10,2%) con un anno di anticipo, attestandosi al 9,8% nel 2024, e si stima che sia alla portata anche l’obiettivo UE 2030 del 9%. Questo significa che un numero crescente di giovani porta a termine la scuola, con ricadute positive sugli apprendimenti e sull’equità sociale.
Tuttavia, questo ampliamento della platea scolastica comporta anche l’ingresso nel sistema di studenti con livelli di apprendimento iniziali più fragili, rendendo la popolazione scolastica più complessa.


Rapporto Invalsi 2025, scuola secondaria di primo grado: il caso
In generale, alla secondaria di primo grado gli allievi in condizioni di fragilità negli apprendimenti in Italiano e Matematica sono in calo, ma questo è trainato principalmente dai buoni risultati di Inglese; è necessario concentrare maggiori sforzi su Italiano e Matematica.
A fronte di una sostanziale tenuta degli esiti degli allievi più fragili, emerge un calo delle eccellenze. Il supporto alle regioni del Mezzogiorno (es. Agenda Sud, PNRR, Scuola estate) va nella giusta direzione, e le scuole del primo ciclo raggiunte dal programma Agenda Sud hanno beneficiato considerevolmente, in particolare in Campania e Puglia, con la sola eccezione della Sicilia.
Purtroppo, per quanto riguarda i risultati del Grado 8, emergono fortissime differenze territoriali, soprattutto per quanto riguarda gli estremi, di fragilità e di eccellenza. Calabria, Sicilia, Sardegna e Campania hanno alti risultati fragili, quote elevate di allievi in condizioni di fragilità.


Per quanto riguarda l’Inglese, il miglioramento è generalizzato e gli studenti stranieri ottengono risultati talvolta migliori rispetto agli italiani.



I buoni risultati sono tali soprattutto grazie all’inglese: se si guarda solo a italiano e matematica, gli studenti fragili alla fine del primo ciclo sono praticamente il 30%.
E le eccellenze? Sarebbero in calo, forse a causa dell’aumento della platea di studenti.





